La Russia potrebbe finire in default a maggio se non completa il pagamento dei bond scaduti in dollari. L’avvertimento lo lancia l’agenzia di rating Moody’s che guarda alla data del 4 maggio come termine del «periodo di grazia» in cui la Russia deve sanare la situazione.

  • Il 4 aprile, infatti, Mosca ha effettuato un pagamento in rubli su due obbligazioni con scadenza nel 2022 e nel 2042. Ma secondo i termini dei contratti originari avrebbe dovuto pagarli in dollari. In una nota, Moody’s ha ribadito: «I contratti obbligazionari non prevedono il rimborso in un’altra valuta diversa dal dollaro».
  • L’agenzia ha anche specificato come alcuni degli eurobond russi emessi dopo il 2018 consentano i pagamenti con i rubli. Ma per quelli emessi prima del 2018, come per esempio quelli pagati qualche giorno fa con la scadenza nel 2022 e nel 2042, non c’è tale possibilità. Sempre nel comunicato, Moody’s ha chiarito il proprio punto di vista: «Gli investitori non hanno ottenuto la promessa contrattuale in valuta estera alla data di scadenza del pagamento».
  • Per la definizione di Moody’s, quindi, se la Russia non dovesse pagare i due bond in dollari entro il 4 maggio, potrebbe essere dichiarata in default. Per Mosca sarebbe il primo caso, sui titoli esteri, dal 1917. Per il Cremlino, però, la colpa è dell’Occidente che sta costringendo al default il paese con le sanzioni. Il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, solo qualche giorno fa, aveva promesso che in caso di default la Russia avrebbe avviato azioni legali.

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