«Fuori i sionisti dalle Università». Un grande striscione è stato srotolato alla Federico II di Napoli, davanti all’ingresso dell’aula dove ieri si sarebbe dovuto tenere un convegno sul Mediterraneo alla presenza del rettore Matteo Lorito e del direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Una quarantina di studenti è riuscita a far annullare il dibattito in programma. La ragione la spiegano gli universitari stessi, in una nota.

«Volevamo dire – scrivono gli studenti – al direttore Molinari che, anche se lui sembra non riuscire a capirlo, in Palestina sono 30.000 i morti ammazzati da Israele. Il direttore di Repubblica e il rettore Lorito come possono parlare di Mediterraneo mentre si consuma nel cuore dello stesso, un genocidio? Com'è possibile soprattutto invitare in questa situazione il direttore di una delle testate italiane dichiaratamente sioniste, la Repubblica? Noi chiediamo la rescissione di qualsiasi rapporto tra i nostri atenei ed Israele, a partire dai rapporti strutturali con la fondazione Med'or. La polizia che blocca gli studenti – concludono – prendendoli a calci e schiaffi, è un precedente gravissimo che racconta lo stato necrotico della nostra democrazia».

Ma non solo uno striscione e la nota. Gli studenti avrebbero anche tentato di entrare nell’aula dell’incontro per protestare. Da qui i tafferugli con la polizia e la decisione da parte dell’ateneo di annullare il convegno per ragioni di sicurezza. Troppa la tensione creatasi nella facoltà di Ingegneria, Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, nel quartiere Fuorigrotta.

“Rispetto fondamentale”

Dopo poco è stato proprio il direttore di Repubblica a esprimersi sui fatti di Napoli.

«La migliore risposta ad ogni forma di intolleranza è il rispetto per il prossimo. Con grande dispiacere – ha detto Molinari – ho scelto di rinunciare alla conferenza in programma all’Università Federico II, in considerazione dei rischi per la sicurezza del pubblico causati da un ristretto gruppo di manifestanti. Dopo aver annullato l’evento, ho proposto a questi manifestanti di incontrarli ed ascoltare le loro opinioni sulla guerra in corso in Medio Oriente e su qualsiasi altro tema avessero voluto ma purtroppo hanno rifiutato, dicendo che non erano interessati a incontrarmi e a parlarmi. Resto comunque aperto al dialogo con loro su qualsiasi tema, nel rigoroso rispetto della libertà di opinione garantita dalla Costituzione».

La solidarietà

Al direttore di Repubblica, dopo l’accaduto, è arrivata la solidarietà dal mondo politico-istituzionale. Una telefonata della segretaria dem Elly Schlein e una del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Bisogna bandire l’intolleranza dalle Università – ha detto – perché con le Università è incompatibile l’atteggiamento di chi tenta di imporre le proprie idee». E poi il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ha parlato di «gesto fascista», parole di supporto anche da Azione e Movimento Cinque Stelle.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa ha chiosato: «Esprimo la mia solidarietà al direttore de La Repubblica Maurizio Molinari. Trovo inaccettabile impedire la libertà di espressione e con determinazione condanno ogni forma di intolleranza». La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha convocato in via straordinaria una riunione in seno alla Crui per «discutere dell’emergenza».

«Clima inaccettabile»

A intervenire anche il presidente e il Consiglio della Comunità ebraica di Milano che dichiarano: «Bisogna registrare che l'atmosfera in Italia si sta facendo invivibile per gli ebrei. Da ottobre la Comunità ebraica denuncia i cortei Propal da cui sentiamo slogan di “morte agli ebrei” o i convegni dei giovani del Pd unilaterali. Mentana, Parenzo, Molinari e Liliana Segre vivono da mesi sotto scorta, le femministe non ricordano gli stupri perpetrati da Hamas sulle israeliane. Ciononostante continua l'irresponsabile utilizzo delle parole malate che demonizzano Israele e, a cascata, l'intero mondo ebraico. Purtroppo il clima si sta facendo giorno dopo giorno sempre più ostile al mondo ebraico, e non solo – hanno concluso –. Per fare fronte a questo estremismo è indispensabile che associazioni, partiti, media e istituzioni alzino la voce in maniera forte e chiara per isolare gli intolleranti. E lo facciano presto, prima che la violenza verbale diventi aggressione fisica».

Analoghe le parole di Noemi Di Segni, a capo delle Comunità ebraiche italiane, e di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma: «Inaccettabile quanto avvenuto».

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