I manifestanti tornano in piazza contro il Green pass: dopo la protesta di sabato 24 luglio, alle 15 di martedì 27 luglio prevista una nuova manifestazione in piazza del Popolo, a Roma. La richiesta iniziale era di sfilare a Montecitorio, ma dal momento che si prevede l’afflusso di oltre 50mila persone, la questura di Roma ha spostato l’evento. A organizzare il corteo il movimento IoApro, lo stesso che ad aprile scorso aveva manifestato davanti alla sede della Camera in difesa dei ristoratori contro le chiusure forzate a causa del Covid-19.

«Non è prevedibile ipotizzare il numero di partecipanti, che potrebbe essere superiore a quello indicato dai promotori in quanto la stessa è stata ampiamente pubblicizzata anche sui canali social, non solo dai diretti organizzatori», ha fatto sapere la questura. Per questi motivi, piazza Montecitorio è stata ritenuta dalle autorità non idonea a garantire il distanziamento e a contenere un numero così elevato di persone. «Piazza del Popolo rappresenta il luogo migliore che contempera il diritto a manifestare con le esigenze di ordine e sicurezza pubblica», ha concluso la questura. 

Chi c’è dietro Ioapro

Il movimento è nato i primi giorni di gennaio dal 31enne Umberto Carriera, proprietario di sei ristoranti a Pesaro, per protestare contro i Dpcm dell’allora governo Conte bis. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha preso la palla al balzo facendo campagna di appoggio al ristoratore e dando una forte spinta sui social al movimento. Ad appoggiare la causa delle riaperture, in quell’occasione, anche il consigliere per l’economia della Lega ed ex sottosegretario ai Trasporti, Armando Siri, che ha diffuso l’iniziativa attraverso alcuni video sul suo profilo Instagram.

Immediatamente il volto di Carriera ha cominciato ad apparire nei salotti televisivi. Le sue dichiarazioni hanno conquistato le prime pagine di Libero e di altri quotidiani nazionali. Oltre a lui, tra i leader del movimento #ioapro spicca Momi El Hawi, titolare di cinque ristoranti: tre in Italia e due in Egitto. Al pari del pesarese, è sbarcato in Rai come rappresentante dei ristoratori prostrati dalle chiusure. Tutti gli imprenditori che figurano tra i fondatori del movimento e fanno mostra di sè sulla copertina Facebook della pagina dedicata hanno in comune la proprietà di più di un ristorante e fatturati che, a loro dire, i ristori previsti dal governo non riescono a coprire.

Tra tv e interventi istituzionali, è tramite i social che il movimento ha ottenuto più risonanza. Le istanze dei ristoratori si sono diffuse su Parler, il social network che raccoglie chi viene “bannato”, cioè cacciato, da Twitter e Facebook.

Intanto sui canali di IoApro si leggono messaggi che chiedono a gran voce partecipazione del maggior numero di persone: «Facciamo troppa paura. Se saremo davvero 50mila/100mila non ci potranno fermare», si legge. E riguardo allo spostamento della manifestazione in Piazza del popolo: «Poi ci faremo una passeggiata».

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