Il 6 luglio, in Italia si sono registrati 107.786 casi di Covid-19, e 72 persone sono decedute a causa della malattia. Da qualche settimana a questa parte l’epidemia pare di nuovo esplodere, spinta dalla diffusione della nuova subvariante del coronavirus denominata Omicron BA.5. Che cosa sta accadendo? E perché? E soprattutto, ci dobbiamo preoccupare?

Partiamo dai dati di fatto, ovverosia dai numeri, che ci forniscono le informazioni più preziose sull’andamento dell’epidemia. (Coloro che sostengono che comunicare ogni giorno il numero dei positivi e delle vittime è inutile e pericoloso dimostrano di non avere capito assolutamente nulla, dopo due anni e mezzo di pandemia.)

I numeri ci dicono che il 6 ci sono stati 107.786 individui positivi al Covid, un numero enorme come non accadeva da tempo: ma probabilmente sono molti di più, perché tanti che si ammalano di Covid e si fanno un’autotampone poi non segnalano la propria positività per non avere problemi. Qualcuno stima che i positivi al Covid possano essere addirittura il doppio, cioè circa 200.000.

I numeri ci dicono che ieri ci sono stati 72 individui deceduti a causa del Covid, ma nei prossimi giorni questa cifra è destinata ad aumentare, assieme al numero dei positivi: più persone malate ci saranno e più vittime si conteranno, è ovvio. Verso fine luglio, probabilmente conteremo più di 100 vittime al giorno.

Del resto, da settimane il Covid provoca tra i 30 e i 70 decessi quotidiani. C’è chi dice che l’epidemia di Covid era in fase calante perché il virus era diventato innocuo, provocava solo un’influenza o addirittura si era “raffreddorizzato”.

Il virus è ancora aggressivo

Spiegatemi: il virus dell’influenza in Italia provoca intorno alle 8.000 vittime all’anno – negli anni peggiori –, mentre a questo ritmo l’epidemia da Omicron in un anno provocherebbe circa 30.000 morti, cioè oltre tre volte di più, e le cose andrebbero ancora peggio se noi non fossimo tutti quanti vaccinati.

Quindi Omicron, che pure è meno aggressiva della precedente variante Delta del coronavirus, è straordinariamente più aggressiva e letale di un’influenza. Quelli che poi sostengono che il virus si è raffreddorizzato affermano una tragica falsità: vi risulta che ogni giorno in Italia muoiano 70 persone, uccise dal virus del raffreddore? A me no.

Perciò, la sottovariante di Omicron denominata BA.5 è un virus molto aggressivo e letale.

Per spiegare perché ciò accada bisogna tirare in ballo alcuni concetti chiave dell’epidemiologia.

Gli epidemiologi hanno calcolato che la sottovariante di Omicron BA.5 ha un numero basico di riproduzione - indicato con R0, cioè R con zero – tra 18 e 20. Il numero basico di riproduzione indica quanti individui può contagiare in media - in condizioni ideali, in una popolazione totalmente suscettibile - un individuo infettato da un determinato virus.

Dire che la sottovariante di Omicron BA.5 ha un R0 tra 18 e 20 significa che un infetto da quel virus in condizioni ideali – cioè in una popolazione dove nessun individuo ha sviluppato l’immunità contro quel virus, e dove non si adotta nessuna misura di prevenzione sanitaria – può infettare in media tra 18 e 20 altri individui.

Che sono una enormità, e rendono la sottovariante Omicron BA.5 il virus in assoluto più contagioso al mondo, a pari merito con quello del morbillo. Per fare un paragone, la variante originaria del SARS-Cov-2, quella di Wuhan, aveva un R0 pari a 3, mentre quello di Delta era pari a 6, e si è visto che disastri hanno provocato.

Fortunatamente, il numero basico di riproduzione R0 indica le condizioni di massima infettività di un virus, ma che si verificano solo nei primissimi istanti dell’epidemia.

Difatti, più il virus circola e più aumenta il numero di individui che diventano immuni alla malattia e perciò non possono più essere infettati; inoltre, in genere vengono prontamente adottate misure di prevenzione sanitaria: gli infetti sono costretti a restare in isolamento a casa, oppure noi tutti veniamo obbligati a indossare mascherine che impediscono la diffusione del virus per via aerea, infine molti vengono vaccinati e più difficilmente si contagiano.

Tutti questi fattori col passare del tempo fanno diminuire progressivamente la probabilità che un infetto da un virus possa contagiarne altri.

Per esempio, un portatore della sottovariante BA.5 di Omicron col passare del tempo non potrà più infettare altri 18-20 individui, come nei primissimi istanti della ondata epidemica da esso scatenata, ma molti di meno. Quanti?

Ce lo dice il numero di riproduzione – denominato Rt, cioè R con t, dove quel t sta per tempo. Col passare del tempo, nel corso dell’epidemia, un infetto può contagiare un numero variabile di altri individui che dipendono da una serie di fattori che influenzano le condizioni reali della popolazione in quel determinato momento. Quali fattori?

Se un infetto viene costretto a stare in isolamento a casa non potrà più contagiare 18 o 20 persone, come nelle condizioni ideali di inizio epidemia, ma molti meno. Se noi tutti siamo obbligati a portare mascherine nei locali affollati, la probabilità che un infetto ne possa contagiare altri diminuisce.

Se il virus si propaga e si diffonde, sempre più persone si ammalano e poi guariscono dalla malattia ma diventano ad esso immuni, e perciò il virus non li potrà più infettare una seconda volta: anche questo diminuisce le probabilità che un infetto ne contagi altri.

La chiave è il vaccino

Se sempre più persone vengono vaccinate, sviluppano una immunità più o meno completa contro un virus e diminuisce la probabilità che l’individuo venga poi contagiato dal virus (Sì, i vaccini – oltre a proteggere dalla malattia grave e dalla morte – diminuiscono la probabilità che un infetto ne contagi altri, per esempio perché un vaccinato elimina il virus più in fretta rispetto a un non vaccinato e perciò resta contagioso per un tempo più breve).

E anche se i vaccini contro il Covid ora in commercio sono stati creati sulla base della proteina Spike della variante originaria cinese del coronavirus, e non sulla proteina spike della variante Omicron, la loro efficacia nel proteggerci dal contagio e dalla malattia è diminuita ma non è andata a zero. Tutti questi fattori fanno sì che un individuo infetto da BA.5 col passare del tempo non riesca più a contagiare 18-20 persone, ma molte di meno.

In questo momento, la sottovariante BA.5 di Omicron in Italia ha un Rt pari a 1,4, il che significa che un infetto da Omicron in media contagia 1,4 altri individui. Ma questo ci dice che l’epidemia è ancora in una fase di espansione, se è vero che 1 individuo ne contagia 1,4, cioè più di 1. (Perché una epidemia sia in declino l’Rt deve essere inferiore a 1, cioè ogni infetto deve contagiare meno di un altro individuo.)

Anzi, con ogni probabilità, visto che molte persone infette non comunicano la loro positività, è più probabile che ora l’Rt vero sia prossimo a 2. Il che significa che in questo momento in Italia un infetto contagia 2 altri individui, quei 2 ne contagiano 4, quei 4 ne contagiano 8, e così via. Visto che il 6 c’erano, arrotondando, 100.000 positivi al virus, e ognuno di loro contagerà – se le condizioni non cambiano – 2 altri individui, tra pochi giorni avremo 200.000 positivi al virus.

Quanti giorni? E qui ci viene in aiuto il cosiddetto tempo di raddoppio dell’epidemia, che indica in quanti giorni il numero degli infetti da un determinato virus raddoppia. Il tempo di raddoppio di Omicron, sottovariante BA.5, è di 3-5 giorni: il che significa che in 3-5 giorni in Italia se le cose non cambiano i 100.000 positivi di ieri probabilmente produrranno 200.000 individui positivi al Covid, dopo altri 3-5 giorni quei 200.000 diventeranno 400.000, e così via… E naturalmente avremo anche un numero più elevato di persone ricoverate in terapia intensiva e di morti.

L’immunità ha bisogno di tempo

Naturalmente, i casi caleranno progressivamente in maniera spontanea: visto che sempre più persone si ammaleranno e diventeranno immuni al virus, tra qualche settimana ogni infetto da Omicron non potrà contagiare due persone, ma meno di 2, e a poco a poco, nel giro di qualche mese l’epidemia si potrebbe spegnere spontaneamente anche se non faremo nulla. Però, molte persone moriranno, nel frattempo.

In alternativa, noi possiamo far diminuire sia l’Rt sia il tempo di raddoppio del virus adottando da subito opportune misure di politica sanitaria. Ad esempio, se il governo decidesse di obbligare tutti i cittadini italiani a indossare nuovamente la mascherina, se vaccinassimo anche i giovani non ancora vaccinati, se somministrassimo la quarta dose di vaccino a certe categorie a rischio, se vietassimo eventi di massa, l’Rt del covid diminuirebbe immediatamente. Ma la decisione di quali misure adottare, e quando, spetta alle autorità sanitarie e politiche.

Ma tenete a mente una cosa: se noi non fossimo vaccinati la nuova subvariante BA.5 di Omicron provocherebbe 500-600 decessi al giorno. Fortunatamente questo non accadrà: anche se BA.5 riesce in parte ad evadere dai vaccini – che oggi sono meno efficaci nel proteggerci visto che sono stati prodotti sulla base della proteina Spike della variante originaria cinese del virus –  e anche se l’immunità indotta dai vaccini diminuisce col tempo, tuttavia essi continuano a proteggerci a sufficienza dalla malattia grave e dalla morte.

Restano da risolvere alcune domande. Perché la sottovariante BA.5 di Omicron è così contagiosa, e perché i contagi da Covid-19 sono in aumento vertiginoso? Risponderemo nel prossimo articolo.

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