Finalmente è successo. Finalmente siamo diventati i vecchi a cui il festival della canzone italiana è destinato. E infatti eccoci qui, famigerati millennial, tutti emozionati per il festivàl. Ci piace dire che Amadeus, ormai patrono ufficiale di Sanremo, l’ha svecchiato. Ma non è il festival ad essere ringiovanito, siamo noi che siamo sempre più decrepiti. Noi, amanti del revival. Noi, memizzatori seriali. Noi, che aspettiamo Paola e Chiara come gli avventisti aspettano la seconda venuta di Cristo.

Forse non siamo pronti a tutto questo, le ore piccole già non le facciamo più da un pezzo, e le prossime cinque sere saranno un’esperienza tanto estrema quanto irrinunciabile. Eppure non saremo mai più pronti di così. Quindi cominciamo.


MARA SATTEI – Mara Sattei mi è piaciuta molto per quel discorso di essere l’ultima della serata. Voto 20, che è anche la mia minima in questo momento.


COLLA ZIO – Colla Zio non portano la moda e decidono di vestirsi da Polaretti, però questo pezzo un po’ NSYNC fa breccia nel cuore di una cretina nostalgica come me. 7

LaPresse

GIANLUCA GRIGNANI – Io a Grignani voglio bene perché anche se viene qua tutto ripulito sento odore di ascella e posacenere stantio dal mio divano. Però scandisci, Gianluca, scandisci. Voto 7 Marlboro rosse


OLLY – Un altro giovane uomo con carenza di globuli rossi di cui non avevo mai sentito parlare e che mi fa pensare alla caducità delle nostre vite, cioè una cosa a cui preferirei non pensare. Peraltro con canzone che, potendo scegliere, preferirei non risentire. Punto su di lui per l’ultima posizione della classifica. 5


ELODIE – Cerca di farci sentire meglio vestendosi da uccello del malaugurio, ma fallisce dimostrando ancora una volta di essere insopportabilmente bona, anche vestita da cacciagione. Canzone credo più ballereccia delle altre, di quelle che almeno muovi il piedino a tempo. Ma non so cosa ho sentito, tanto ero occupata a chiedermi: se lei è una donna, io cosa sono? 8


I CUGINI DI CAMPAGNA – I Cugini di campagna la moda te la portano vestiti come Harry Styles ai Grammys e mandano i Måneskin a lavar le scale. Non so se è la stanchezza, ma mi piace pure la canzone. Voto 10.000, come le paillettes per centimetro quadrato dei loro vestiti.


LaPresse

CHIARA FERRAGNI (IL MONOLOGO) – 

E il monologo dolente ce lo abbiamo. È inutile scomporsi, è un problema più grande di noi, più grande di tutti, persino più grande di Chiara Ferragni, che infatti soccombe all’ineluttabile temino. Un monologo a Sanremo non te lo leva nessuno e ti salvi solo se sei Sabrina Ferilli. Ferragni invece dedica una lettera alla se stessa bambina, la recita con l’espressione contratta di chi deve trovare un bagno nel giro di pochissimo, rivendica di averla scritta tutto da sola (mica l’intelligenza artificiale, come invece avrei creduto io) e io penso che forse nel multiverso c’è una versione di me che non ha dovuto sentire questa cosa e un po’ mi sento meglio. Durata percepita: canzone di Ultimo. Voto 4, perché almeno stavolta si è ricordata di portare la moda.


LEO GASSMAN – Qualcuno odia i nepo-babies e decide di sabotare Leo Gassman lasciandogli il microfono spento. Voce! 6-


BLANCO – Blanco perde la brocca per un problema tecnico e spacca tutto. Amadeus premio Nobel per la pace. Finalmente un po’ di locura. 10


I POOH – Vado un attimo ad asciugarmi i capelli sui Pooh perché tanto so già che è un grande e impeccabile momento nazional popolare. 10 sulla fiducia

Sono tornata con Piccola Katy e il concerto dei Pooh va avanti. È già un miracolo che nessuno di loro si sia seduto in tutto questo tempo. Miglior momento della serata finora. 10 confermato


I COMA_COSE - fatturano la loro crisi di coppia e dimostrano di essere i più fighi di tutti (dopo Anna Oxa). Belli, bravi, giustissimi. Che coolness, che fastidio. 8 e mezzo


ULTIMO - Continua la sua metamorfosi fisica in Gianna Nannini e per il look sceglie la sobrietà con un gilet di Quechua. Il pezzo è uno di quei pezzi che un tempo avrebbero vinto Sanremo, ma di questi tempi chissà, forse non è abbastanza famolo strano. È anche uno di quei pezzi che dimostrano la relatività del tempo, perché a me è sembrato che durasse mezz’ora di troppo. Non gli do meno di 6 perché non si dica che sono una brutta persona e perché la verità è che io sono almeno tre anni che ascolto solo una playlist della Motown a ripetizione. Quindi vabeh, 6.

LaPresse

PIERO PELU – si collega da una festa dell’Unità del 2003. A me piace, sento il sapore della birra calda e sgasata. 8


ARIETE – Spero che lo stylist che ha suggerito ad Ariete di mettersi la giacca del babbo croupier sia già nelle mani delle forze dell’ordine. Il pezzo è di Calcutta, infatti è un pezzo di Calcutta. Va detto che Calcutta canta meglio, ma magari è l’emozione della prima sera. O forse è colpa della giacca. Sì, dev’essere quella giacca. 6 e mezzo, perché l’hanno sabotata con la giacca.

LaPresse

GIANNI MORANDI – Questo è un momento come un altro per ricordare che Gianni Morandi è l’uomo migliore d’Italia e forse del mondo. 10


CHIARA FERRAGNI – doveva portare la moda a Sanremo, invece la moda l’ha portata come sempre Anna Oxa, mentre lei ha portato un messaggio sullo scialle di mia nonna. Il messaggio (“Pensati libera”) è forse un incoraggiamento che rivolge a se stessa, mentre conta i minuti che la separano dalla fine della serata.

Parlare su un palco non è come parlare in un telefono e io sarei ugualmente a disagio in entrambi i casi, quindi il terrore che le vedo dipinto negli occhi mi fa tenerezza, così come mi fa tenerezza quel nuovo taglio di capelli, il famoso caschetto della ribalta che tutte ci siamo fatte d’istinto in momenti di crisi. Tieni duro Chiara. E qualsiasi cosa ti venga in mente non farti la frangia. 6 e mezzo di incoraggiamento, per ora.


MR RAIN – Momento Zecchino d’Oro con Mr Rain e il suo coro paraculo di bambini. Acquista punti per la scaltrezza: i minorenni non possono stare in tv dopo la mezzanotte. Mr Rain andrà sempre a dormire all’ora in cui vorremmo andarci io e Sergio Mattarella. 7-


MAHMOOD E BLANCO – l’anno scorso mi hanno fatto televotare a Sanremo per la prima volta nella mia vita. Non me ne pento. 10


MARCO MENGONI – non è venuto per fare amicizia, è venuto per vincere il fottuto festival. Con un fottutissimo completo di pelle nera, ok? 8


ANNA OXA - ha l’aspetto di una che ha appena finito di sacrificare una vergine dietro le quinte per berne il sangue e la amo anche per questo. Sono passati zero anni dal 1999, quando vinse Sanremo con Senza pietà, forse il sangue di vergine fa bene alla pelle e le sopracciglia. Pure la canzone sembra uscita dal 1999. Niente da eccepire. 9


GIANMARIA – Qualcuno ha mai visto Madame e gIANMARIA nella stessa stanza? O gIANMARIA e Jeffrey Dahmer? La canzone me la sono scordata mentre scrivevo questa riga e mezzo, ma non mi sembrava malvagia. 6

SERGIO MATTARELLA – Se c’è un uomo che merita di vedere Sanremo in ciabatte e di andare a letto quando gli pare quello è Sergio Mattarella, che invece si è trascinato all’Ariston con un sorriso di serena rassegnazione sul volto. Muove la bocca sull’inno d’Italia come noialtri che non sapevamo le preghiere in chiesa. 10 e lode.


ROBERTO BENIGNI – Se c’è una cosa che mi fa venire voglia di farmi esplodere è la frase «la costituzione italiana è la più bella del mondo». Benigni guadagna punti non dicendo queste esatte parole, ma il succo è quello. Comunque va bene, Benigni fa Benigni ed è giusto così.

Ne approfitto per proporre uno contenuto che consumerei invece molto più volentieri: un podcast su Benigni in macchina bloccato nel traffico che, abbandonato il suo proverbiale buonumore, bestemmia per 50 minuti a puntata. Voto 6+, perché comunque le professoresse democratiche hanno diritto a un po’ di intrattenimento.


GIOVANNA – Prima ancora di iniziare Giovanna, la moglie di Ama, ha già capito con chi ha a che fare: con gente che crede alle macumbe e non ha gli occhi per piangere, ma al Dyson non rinuncia. Quindi piega da 500 euro e sacchetto di sale in tasca contro il malocchio. Brava. 8.

© Riproduzione riservata