Le antiche comunità cristiane dell’Oriente, sono parte integrante della chiesa con la loro ricchissima tradizione spirituale che va conservata e mantenuta anche nelle comunità della diaspora, perché in tanti sono costretti a fuggire dalle loro terre a causa di guerre e povertà.

E proprio di fronte ai tanti orrori che sconvolgono la vita di quei popoli, dalla Terra Ssanta al Caucaso, più forte diventa la richiesta di pace. Per questo la Santa sede si offre quale mediatore per i negoziati necessari a fare incontrare i nemici e portare la fine dei conflitti.

Allo stesso tempo ai cristiani «va data la possibilità, non solo a parole, di rimanere nelle loro terre con tutti i diritti necessari per un’esistenza sicura». Mentre i pastori che guidano le chiese orientali devono dare prova di rettitudine nell’amministrazione dei beni e nella capacità di non legarsi a qualche potere locale.

Popoli e diritti

Leone XIV ha incontrato mercoledì 14 maggio i partecipanti al pellegrinaggio giubilare delle chiese orientali nell’Aula Paolo VI in Vaticano, disegnando un primo quadro d’insieme programmatico, con uno sguardo rivolto a quell’oriente cristiano tanto decisivo per la storia stessa della chiesa.

Il papa ha approfondito e chiarito alcune intuizioni che erano già state dei suoi predecessori: non si è mai rivolto alle comunità dell’oriente cristiano chiamandole «minoranze», quasi fossero figli di un dio minore estraneo a quei paesi e ha invece parlato dell'urgenza per i cristiani di restare nelle loro terre con tutti i diritti necessari.

Che significa pari cittadinanza per chi in quei territori vive da sempre e non deve essere vittima di persecuzioni. Al contempo, non ha voluto indicare nemici specifici per cristiani d’oriente, ma ha indicato nelle guerre e negli orrori da esse causati, il rischio della perdita di speranza e dignità per i popoli.

Un discorso complesso, dunque, nel quale il pontefice ha parlato anche del ruolo che può avere la Santa sede. «Preghiamo per questa pace, che è riconciliazione, perdono, coraggio di voltare pagina e ricominciare», ha detto Leone XIV. Che ha aggiunto: «Perché questa pace si diffonda, io impiegherò ogni sforzo. La Santa sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace. I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo!».

Il Medio Oriente

Quindi ha lanciato un monito di carattere generale: «Passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare. Rifuggiamo le visioni manichee tipiche delle narrazioni violente, che dividono il mondo in buoni e cattivi».

«La Chiesa non si stancherà di ripetere – ha detto – tacciano le armi. E vorrei ringraziare Dio per quanti nel silenzio, nella preghiera, nell’offerta cuciono trame di pace; e i cristiani – orientali e latini – che, specialmente in Medio Oriente, perseverano e resistono nelle loro terre, più forti della tentazione di abbandonarle».

Il riferimento era, evidentemente, alle comunità che, dalla Terra santa al Libano, alla Siria, all’Iraq, hanno sofferto maggiormente in questi anni a causa di conflitti, persecuzioni e povertà. Importante infine, anche il richiamo ai vescovi e patriarchi delle chiese orientali: «I pastori promuovano con rettitudine la comunione, soprattutto nei Sinodi dei vescovi, perché siano luoghi di collegialità e di corresponsabilità autentica. Si curi la trasparenza nella gestione dei beni, si dia testimonianza di dedizione umile e totale al santo popolo di Dio, senza attaccamenti agli onori, ai poteri del mondo e alla propria immagine».

Seduti in prima, fila, di fianco al papa, c’erano diversi esponenti delle chiese d’oriente, fra di loro l’arcivescovo maggiore di Kiev, capo della chiesa greco-cattolica dell’Ucraina, Sviatoslav Shevchuk che si è soffermato al termine dell’udienza a scambiare qualche parola con il pontefice. Quindi il cardinale Louis Sako, patriarca di Baghdad, e capo della chiesa caldea.

Quest’ultimo aveva condiviso, attraverso il portale del patriarcato, alcuni particolari di Leone XIV durante il conclave al quale hanno partecipato. «Durante i giorni del conclave – ha scritto – ero molto contento di sedermi alla sua destra nell'ordine dei cardinali, lui quarto e io quinto, il che ci dava l'opportunità di parlare e scherzare, e la stessa cosa accadeva durante i pasti a Santa Marta. La mia impressione su di lui: una persona umile e aperta, che ascolta e dialoga. Nelle mie congratulazioni gli ho detto: “Che il Medio Oriente sia nei vostri pensieri, nel vostro cuore e nelle vostre priorità”».

Da Sinner all’Opus Dei

Intanto Leone XIV sta cominciando a prendere confidenza con l’attività quotidiana di un pontefice. Mercoledì 14 maggio ha ricevuto in udienza il numero uno al mondo del tennis, Jannik Sinner. Il papa è un amante di questo sport e i due hanno scherzato mentre il campione azzurro, che era accompagnato dai genitori e dal presidente della Federazione italiana tennis, Angelo Binaghi, ha regalato una delle sue racchette a Leone XIV.

Il pontefice ha poi incontrato alcuni capi dicastero della Curia romana: primo fa tutti, il cardinale Seán Patrick O’Malley, arcivescovo emerito di Boston, nonché presidente della pontificia commissione per la tutela dei minori, segno che Leone ha pure questa fa e priorità del suo pontificato.

Quindi il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero per le Chiese orientali (presente pure in Aula Paolo VI), quindi monsignor Salvatore Fisichella, pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione (sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e responsabile del Giubileo in corso). Infine ha ricevuto monsignor Fernando Ocáriz Braña, moderatore dell’Opus Dei. 

L’organizzazione fondata da Escrivà de Balaguer, è da tempo al centro di un difficile percorso di riforma avviato sotto papa Francesco e non ancora concluso.

© Riproduzione riservata