Un’audizione mancata. Questa mattina la commissione Libertà civili del Parlamento europeo avrebbe dovuto discutere il caso Paragon con ospiti d’eccezione: don Mattia Ferrari e Luca Casarini della ong Mediterranea Saving Humans, “vittime” di spionaggio tramite lo spyware a zero click di proprietà della società israeliana.

Ma poi tutto è saltato. Il motivo? I gruppi di appartenenza all’Eurocamera di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno ottenuto il rinvio del dibattito al prossimo 23 aprile.

La modifica dell’agenda parlamentare ha suscitato una serie di polemiche e critiche. Perché rimandare l’audizione? «Un fatto piuttosto singolare – dice il parlamentare di Italia Viva e membro del Copasir, Enrico Borghi – Oggi è stato sostenuto che la selezione degli ospiti fosse limitata a soli italiani: questo motivo di impedimento contrasta tuttavia contro un dato fattuale non contestabile e cioè che l'Italia è l'unico paese nel quale l'azienda israeliana Paragon Solutions ha deciso, peraltro in accordo con l'autorità governativa, la sospensione dell'operatività dello spyware Graphite sostenendo da parte sua violazioni del "quadro etico" dell'accordo sull'utilizzo».

Per il parlamentare non ci sono dubbi: «La situazione di eccezionalità dell'Italia nella vicenda è rilevabile dal fatto che è l'unica nazione nella quale sono emerse pubblicamente le generalità di alcuni dei soggetti coinvolti nelle attività di cyberspionaggio, i cui profili professionali - giornalisti e attivisti - sollevano i dubbi, le preoccupazioni e le legittime richieste di chiarimento da diverse parti dell'opinione pubblica e delle forze politiche.

Un dibattito in sede parlamentare europea – conclude Borghi - potrebbe portare un ulteriore contributo alla necessaria attività di comprensione del fenomeno, e non si vede il motivo per legarlo ad altre attività di natura istituzionale che sono attualmente in corso in Italia su tale terreno».

I gruppi che hanno richiesto e ottenuto l’annullamento dell’audizione hanno, pertanto, giustificato la loro volontà parlando di selezione degli ospiti solo italiana, col timore che la discussione fosse focalizzata interamente ed esclusivamente sul caso nostrano.

LE REAZIONI

A intervenire sulla scelta di rinviare l’appuntamento di oggi anche Gaetano Pedullà, europarlamentare del Movimento cinque stelle. «Cosa nascondono le destre al Parlamento europeo? Anziché pretendere di fare chiarezza sul caso Paragon, Ppe ed Ecr hanno ottenuto il rinvio dell'audizione. È una ipocrisia – ha dichiarato il parlamentare - Lo spionaggio di Stato attraverso spyware in Ungheria viene condannato mentre si fa spallucce su quanto accade in Italia. Non lo permetteremo. Pretendiamo risposte anche dalla Commissione europea».

E, ancora, Sandro Ruotolo, rappresentante del Pd all’Eurocamera. «Sulla questione dell'uso dello spyware Paragon noi siamo interessati a scoprire la verità, altri no», ha detto.

Don Mattia Ferrari, come aveva riferito a questo giornale, avrebbe parlato nel corso dell’audizione al Parlamento europeo anche di criticità riscontrate negli ultimi periodi: da pedinamenti sospetti a intercettazioni tramite gps e tentativi di violazione di domicilio.

Nel frattempo mercoledì 9 marzo è in programma a palazzo san Macuto, a Roma, una nuova audizione del Copasir: il comitato parlamentare che si occupa di sicurezza sentirà, come anticipato da Domani, i rappresentanti legali e istituzionali di Paragon Solutions.

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