In questo momento dell’anno diventa ancora più importante la gastronomia sociale natalizia, realizzata dalle realtà del terzo settore che usano la cucina come strumento di welfare e inclusione. Ci sono persone che, anche durante le feste, non possono scegliere cosa mangiare, lo dicono le stime ActionAid
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Nel periodo delle feste natalizie, quando i consumi aumentano e le tavole si riempiono, cresce anche la distanza tra chi può scegliere il menù di pranzi e cene e chi fatica a garantirsi un pasto normale. Secondo le stime di ActionAid, circa sei milioni di italiani sono in condizioni di povertà alimentare, aggravata dall'aumento del prezzo del cibo. Ed è una povertà che non riguarda più solo le persone senza dimora, ma anche famiglie con redditi troppo bassi e anziani soli.
La gastronomia sociale
È in questo contesto che proprio a Natale diventa più importante il lavoro delle realtà del terzo settore – parrocchie, associazioni, cooperative, ristoranti sociali e altri – che usano la cucina come strumento di benessere e inclusione. Tra i soggetti più noti di questa gastronomia sociale natalizia ci sono le mense della Caritas, presenti in molte città. Si tratta di strutture che in tutti i giorni dell'anno cucinano e servono pasti per le persone accolte. Il loro ruolo è essenziale anche in occasione delle festività, momento dell'anno in cui ovunque si parla di cibo, ma non tutti ne posso fruire in concreto. Accanto a queste mense, negli ultimi anni sono nati progetti di “refettori” che uniscono alta cucina e inclusione sociale. L'esempio più conosciuto è il Refettorio Ambrosiano di Milano, nato in collaborazione con Food for Soul, associazione fondata dallo chef Massimo Bottura e da Lara Gilmore, che insieme al Refettorio Modena è diventato un laboratorio di “gastronomia sociale”. I dati sui pasti serviti – oltre 220mila in dieci anni – danno la misura dell'impatto reale di questi progetti, tanto più importanti durante le feste.
Il pasto sospeso
Anche nella ristorazione “tradizionale” si stanno diffondendo modelli che seguono la scia delle realtà del terzo settore. Alcuni locali aderiscono a iniziative come la Cena Sospesa di Caritas Ambrosiana, ispirata al caffè sospeso napoletano: il cliente prenota e mangia normalmente, ma ha la possibilità di lasciare una donazione per un “pasto sospeso”. Le offerte raccolte vengono poi convertite in buoni pasto o trasferite a Caritas e ad altre realtà sociali, che li utilizzano per garantire cibo a persone in difficoltà segnalate dai centri di ascolto o dai servizi sociali.
La lotta allo spreco
Un altro versante importante è la lotta allo spreco. Il periodo delle feste genera un flusso di eccedenze: panettoni e pandori, dolci confezionati e cibi tipici che, passato il picco di domanda, restano sugli scaffali. Sono prodotti integri e in ottime condizioni, ma sempre meno richiesti dalla clientela dopo il 6 gennaio, e quindi a forte rischio di essere buttati.
È su queste eccedenze che intervengono piattaforme anti spreco e realtà del terzo settore. Ad esempio, con la campagna “Save the Panettone” – che coinvolge forni, pasticcerie, gastronomie, tavole calde e alimentari, fino ad arrivare alla grande distribuzione – Too Good To Go ha stimato, nel gennaio 2024, di poter salvare circa 6 tonnellate di prodotti delle feste che avrebbero rischiato di essere gettati solo perché fuori stagione.
I pacchi alimentari
Sul fronte più direttamente sociale, il Banco Alimentare lavora per intercettare le eccedenze di ristorazione collettiva e grande distribuzione, comprese quelle legate ai periodi festivi, e destinarle ai più bisognosi. Attraverso il programma Siticibo, in particolare, si recuperano anche prodotti freschi e piatti pronti provenienti da mense e ristorazione collettiva, che vengono trasformati in pacchi alimentari e pasti caldi, spesso proprio in occasione del Natale. Queste esperienze non sono semplici parentesi per il periodo festivo, ma per lo più poggiano su strutture che lavorano tutto l'anno. Il Natale, momento in cui l'abbondanza è quasi un imperativo e le disuguaglianze appaiono più evidenti, offre una lente d'ingrandimento che rende visibile ciò che in altri momenti resta più nell'ombra: una gastronomia sociale che usa il cibo non solo per ridurre le montagne, ma anche per combattere la solitudine, affinché nessuno resti escluso dalla tavola delle feste.
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