- Nell’Italia del sud la concorrenza, quando si parla di pizza, è spietata. Prendiamo Napoli e, più in generale, la Campania, dove la tradizione sulla pizza non ha certo bisogno di spiegazioni.
- “Parigina” non è altro che la fusione (o agglutinazione, come si dice in linguistica) dell’espressione napoletana “p’ ‘a riggina”, cioè “per la regina”.
- Oggi di solito la si trova con una base di pasta per la pizza, poi c’è la farcia (pomodoro, mozzarella o provola, e prosciutto cotto è la versione classica), e infine uno strato di pasta sfoglia per dare fragranza.
Nell’Italia del sud la concorrenza, quando si parla di pizza, è spietata. Prendiamo Napoli e, più in generale, la Campania, dove la tradizione sulla pizza non ha certo bisogno di spiegazioni. Eppure, andando a sbirciare tra le vetrine di bar e rosticcerie, si scopre un altro tipo di pizza, anzi di pizzetta, che ha una storia decisamente lunga e tira in ballo addirittura i reali, ma di cui si sa davvero poco fuori dai confini regionali. La pizza parigina, come ha spiegato lo scrittore ed



