Sensori e software per gestire e controllare l’infrastruttura. Ma tra Calabria e Sicilia non si arresta la polemica in attesa della decisione della Corte dei conti
A Genova c’è il ponte San Giorgio, tra i primi in Europa a essere dotato di un sistema di monitoraggio basato sull’Intelligenza artificiale in grado di rilevare in tempo reale vibrazioni, spostamenti, condizioni ambientali. E a questa esperienza si ispirerà anche il ponte sullo Stretto, al centro nei giorni scorsi di nuove polemiche tra gli Usa e il ministero dei Trasporti. Se i primi hanno infatti escluso che l’infrastruttura possa venire finanziata coi fondi Nato, il Mit – mentre il governo valuta di inserire l’opera tra le spese militari – ha sottolineato che per la sua costruzione verranno usate soltanto risorse statali.
Polemiche a parte, WeBuild, la società capofila del consorzio Eurolink che costruirà l’opera, cerca di spegnerne altre. Si tratta di quelle relative alla sicurezza del ponte, destinato a unire la Calabria alla Sicilia. In base a quanto si apprende le tecnologie che caratterizzano l’esperienza genovese saranno prese a modello dalla nuova infrastruttura il cui progetto ha da poco ricevuto l’approvazione definitiva da parte del Cipess.
Software e Ia
L’opera sarà dunque capace di automonitorarsi attraverso un sistema intelligente per la sicurezza. Quest’ultimo si basa sul cosiddetto Macs: attraverso un software verranno gestite e controllate in tempo reale le informazioni sul comportamento strutturale, sulla sicurezza e sulle condizioni di utilizzo della stessa opera. Grazie a sensori wireless, ma anche a sistemi di emissione acustica e a tecniche di correlazione dell’immagine digitale, verranno misurate eventuali deformazioni.
Nonostante ciò, comitati di attivisti, cittadini e studiosi ribadiscono che il progetto, riguardando una zona a rischio sismico, «calpesti sicurezza, norme europee, ambiente e buon senso». E molti dei dubbi e delle perplessità riguardano pure il traffico veicolare e le condizioni stradali. Ma anche in questo caso dalla società arrivano rassicurazioni. Sempre in base a quanto trapela saranno previsti sensori integrati e remoti in grado di rilevare le condizioni del manto stradale come umidità, temperatura e attrito. Dati fondamentali, cioè, per garantire la sicurezza degli utenti.
Così dopo il via libera del Cipess, manca solo il lasciapassare della Corte dei conti. E poi i lavori dovrebbero partire. Con l’avvio dei cantieri – quelli propedeutici alla costruzione dell’opera – si potrà seguire il cronoprogramma che prevede l’apertura al traffico nel 2032. Tra le ulteriori innovazioni previste c’è l’adozione del “Digital Twin”, un modello digitale dinamico che riproduce fedelmente il comportamento reale del ponte.
Tramite questa tecnologia sarà possibile valutare la vita utile residua dei singoli componenti dell’opera, pianificarne la manutenzione e supportare decisioni operative su traffico, incidenti e condizioni meteo. Ma la maxi-infrastruttura tra Calabria e Sicilia resta oggetto di proteste e polemiche politiche. Le realtà territoriali continuano a mobilitarsi, rilanciando l’idea che gli investimenti potrebbero essere rivolti altrove, come nel potenziamento e nella manutenzione della rete esistente.
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