Notificati sette avvisi di conclusione indagine. Le contestazioni riguardano la compilazione di verbali e tabelle con dati ritenuti falsi e l'inserimento artificioso della cifra «52» accanto alla lista di Fratelli d’Italia, così – sostengono gli inquirenti – da far apparire ribaltato il risultato reale: 213 voti a FdI riportati invece a FI. Nei giorni scorsi l’azzurro era finito al centro delle polemiche per aver fatto tappezzare il comune di Ginosa con manifesti di ringraziamento per Antonio Tajani
C’è anche il deputato e coordinatore provinciale di Forza Italia Vito De Palma tra i sette indagati della procura di Taranto, che ha acceso i suoi fari sulle elezioni politiche del 2022 contestando, a vario titolo, i reati di falso ideologico, alterazione del voto, induzione in errore di pubblici ufficiali e violazioni della normativa elettorale.
Nell’inchiesta del pubblico ministero Mariano Buccoliero, che ha notificato gli atti di chiusura indagine, sono finiti anche il consigliere regionale uscente e ricandidato alle prossime elezioni in Puglia sempre in quota FI, Massimiliano Di Cuia, e quattro componenti del seggio 54 del capoluogo ionico (presidente, segretaria e due scrutatrici), nonché un rappresentante di lista.
Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, i membri del seggio avrebbero concorso a modificare l'esito dello scrutinio alla Camera, omettendo il controllo voto per voto e attribuendo a Forza Italia voti che sarebbero stati espressi per Fratelli d'Italia. Le contestazioni includono anche la compilazione di verbali e tabelle con dati ritenuti falsi e l'inserimento artificioso della cifra 52 accanto alla lista FdI, così da far apparire ribaltato il risultato reale: 213 voti a Fratelli d'Italia riportati invece a Forza Italia.
In particolare, nei confronti di Di Cuia e De Palma l'accusa è di aver poi utilizzato quei risultati, pur conoscendone la presunta falsità, per chiedere la rettifica all'Ufficio centrale circoscrizionale di Bari, inducendo l'autorità a certificare come veri i dati alterati. Una modifica che, secondo la procura, ha fatto scattare il seggio alla Camera in favore di De Palma a danno del candidato Marcello Lanotte. Gli episodi sono contestati tra Taranto e Bari tra il 25 settembre e il 28 novembre 2022.
«Prendo pubblicamente le distanze da qualsiasi ipotesi per le accuse che mi vengono mosse. Intendo precisare che nella sezione oggetto di indagine non sono mai stato presente. Ed ancora, la notifica dell'avviso di conclusioni delle indagini preliminari proprio alla vigilia delle elezioni regionali appare piuttosto singolare», scrive Di Cuia in corsa, come detto, alle regionali di domenica 23 e lunedì 24 novembre. A fargli eco è De Palma: «Nessun atto ricevuto, totale estraneità ai fatti. Ribadisco che sono stato io a presentare un esposto affinché fossero acquisiti gli atti della sezione che mi venivano negati».
Solo nei giorni scorsi lo stesso De Palma, originario di Ginosa, in provincia di Taranto, aveva fatto tappezzare la città di manifesti di ringraziamento all’azzurro Antonio Tajani per alcuni finanziamenti disposti da Roma verso il Comune. Un fatto che aveva suscitato una serie di polemiche. In primis quelle del sindaco di Ginosa, Parisi, che ha dichiarato di non sapere nulla dei fondi, annunciando verifiche e maggiore trasparenza.
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