«Mai più la guerra!». Papa Leone XIV riprende da dove aveva finito papa Francesco, invocando la pace e il negoziato nei principali scenari bellici che oggi infiammano il mondo. Il suo pensiero e le sue parole sono andati quindi all’Ucraina e alla Striscia di Gaza dove maggiore è la sofferenza delle popolazioni civili travolte dalla guerra.

Questo, dunque, il senso del primo appello sui grandi temi internazionali lanciato oggi dal papa in occasione del primo Regina Caeli recitato dalla loggia centrale della basilica vaticana di fronte a circa 100mila persone accorse a vedere quella che può essere considerata la prima uscita pubblica del papa appena eletto.

«Fratelli e sorelle, l’immane tragedia della Seconda guerra mondiale terminava 80 anni fa, l’8 maggio, dopo aver causato 60 milioni di vittime», ha esordito Leone XIV dopo la preghiera del Regina Caeli, quindi ha aggiunto: «Nell’odierno scenario drammatico di una terza guerra mondiale a pezzi, come diceva papa Francesco, mi rivolgo anch’io ai grandi del mondo con un appello sempre attuale: mai più la guerra!».

Ucraina e Gaza

Poi, in merito alla situazione ucraina, ha detto: «Porto nel mio cuore la sofferenza dell’amato popolo ucraino; si faccia il possibile per giungere al più presto a una pace autentica, giusta e duratura; siano liberati tutti i prigionieri e i bambini possano tornare alle proprie famiglie».

Importante il riferimento ai bambini, oggetto fra l’altro della missione di cui fu incaricato il cardinale Matteo Zuppi da Bergoglio, affinché i russi restituissero diverse migliaia di minori rapiti nei territori occupati. Prevost, quando era ancora vescovo in Perù, nel 2022, a pochi mesi dall’inizi del conflitto in Ucraina, parlando a un canale regionale della tv peruviana, non aveva esitato a definire «invasione imperialista» quella della Russia. Certo, ora i tempi sono diversi e l’allora vescovo di Chiclayo è diventato papa, con altre e più ampie responsabilità. 

Quindi c’è stato il richiamo a quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza: «Mi addolora profondamente quanto accade a Gaza: cessi immediatamente il fuoco, si presti soccorso umanitario alla stremata popolazione civile e siano liberati tutti gli ostaggi».

Infine papa Prevost, ha espresso il proprio sostegno all’accordo raggiunto fra India e Pakistan. «Ho accolto con soddisfazione», ha detto infatti, «l’annuncio del cessate il fuoco tra India e Pakistan e auspico che attraverso i prossimi negoziati si possa presto giungere a un accordo durevole». Tante bandiere, fra le quali alcune degli Stati Uniti, e tanti applausi hanno salutato il papa al termine del Regina Caeli. «Leone, Leone», il coro scandito. E ancora: «Viva il papa». Diversi gli applausi della folla, con i rulli dei tamburi da parte delle bande musicali presenti in piazza per il Giubileo a loro dedicato.

Le citazioni

Tre le citazioni dei suoi predecessori. C’è il ricordo esplicito di papa Francesco nel richiamo alla «terza guerra mondiale a pezzi», secondo la definizione del pontefice argentino. Quindi Paolo VI con il suo «Jamais plus la guerre!»: la frase era stata pronunciato da Montini nel 1965 alle Nazioni unite.

Infine, nella prima parte del Regina Caeli, Leone XIV ha citato anche il celebre «non abbiate paura» che venne “coniato” da Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontificato. Tuttavia, se quello di Wojtyla fu un appello rivolto alle donne e agli uomini del suo tempo, affinché non avessero paura di «spalancare le porte a Cristo», quello del primo papa nordamericano è stato un appello, rivolto in modo particolare ai giovani, a non temere di entrar a far parte della chiesa, nel momento in cui quest’ultima ha tanto bisogno d nuove vocazioni.

La giornata era cominciata con il papa che aveva celebrato la messa nelle Grotte vaticane presso l’altare in prossimità della tomba di Pietro. Anche in questo caso l’omelia conteneva un passaggio che aiuta a decifrare il cammino che Leone XIV intende seguire: «Penso che sia importante che tutti noi che impariamo sempre di più ad ascoltare, per entrare in dialogo. Anzitutto con il Signore: sempre ascoltare la parola di Dio. Poi anche ascoltare gli altri, sapere costruire i ponti, sapere ascoltare per non giudicare, non chiudere le porte pensando che noi abbiamo tutta la verità e nessun altro può dirci niente. È molto importante ascoltare la voce del Signore, ascoltarci, in questo dialogo, e vedere verso dove il Signore ci sta chiamando».

Al termine della recita del Regina Caeli, infine, il papa ha riaperto l’appartamento papale del palazzo apostolico, rimuovendo i sigilli apposti nel pomeriggio del 21 aprile, in seguito alla morte di papa Bergoglio. Non è ancor chiaro tuttavia se, come pare, il nuovo pontefice intenda stabilirsi nell’appartamento pontificio, oppure se voglia trovare un’altra soluzione, tipo Santa Marta, sul modello di Francesco. 

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