Una sentenza del Tar del Lazio riporta alla ribalta la storia di Fabrizio Ledoti, uno degli agenti in servizio nel Settimo Nucleo del Reparto Mobile di Roma, durante il g8 di Genova. A darne notizia nel giorno in cui ricorre il ventiquattresimo anniversario delle giornate segnate dagli scontri in piazza, dalla morte di Carlo Giuliani, dal violento blitz nella scuola Diaz, delle torture a Bolzaneto, è Repubblica. Ledoti, insieme ad altri sei capisquadra, fu riconosciuto responsabile di lesioni gravi nei confronti di alcuni manifestanti che si trovavano all’interno della scuola Diaz, messa a disposizione del Genoa Social Forum. L’irruzione, definita dai giudici una vera e propria aggressione, portò a numerosi feriti tra le persone che dormivano all’interno dell’edificio.

Il procedimento penale si concluse con una condanna a quattro anni di reclusione per Ledoti, successivamente caduta in prescrizione a causa dei tempi del processo.

Sul piano disciplinare, nel 2016 - quattro anni dopo la sentenza definitiva della Cassazione - il Capo della Polizia dispose per Ledoti una sanzione di 45 giorni di sospensione dal servizio. Un provvedimento simile fu adottato per altri agenti coinvolti nei fatti della Diaz. La vicenda amministrativa che ha riportato il caso in tribunale riguarda proprio l’applicazione di quella sanzione disciplinare: secondo quanto ricostruito da Repubblica, l’inizio del periodo di sospensione fu registrato dal Ministero dell’Interno in modo errato, con uno slittamento di alcuni mesi. Questo errore impedì a Ledoti di partecipare ai concorsi per l’avanzamento di carriera a vice ispettore e poi ispettore. Ledoti si è rivolto al Tar del Lazio, che nei giorni scorsi gli ha dato ragione. I giudici hanno annullato diversi atti amministrativi legati alla decorrenza della sanzione e hanno riconosciuto il diritto dell’agente non solo ad ottenere il grado superiore, ma anche a ricevere gli arretrati stipendiali per il periodo in cui la promozione era rimasta bloccata.

Secondo quanto riportato nella sentenza, Ledoti, dopo la sanzione, aveva già beneficiato di altri avanzamenti economici e di carriera e l’estinzione del procedimento disciplinare era stata formalizzata.

Resta ancora incerta la possibilità di un ricorso da parte del Ministero dell’Interno. 

Nella notte tra il 20 e il 21 luglio 2001, durante l’irruzione nella scuola, decine di manifestanti furono colpiti e arrestati: 93 le persone fermate, 61 i feriti, tra cui il giornalista britannico Mark Covell, attivista di Indymedia, ridotto in fin di vita. 

Il procedimento penale per i fatti della Diaz si è concluso nel 2012 in Cassazione. In totale furono condannati 25 poliziotti tra dirigenti e funzionari, ritenuti responsabili di falso e calunnia per aver simulato la presenza di armi improprie all’interno della scuola. Le accuse di lesioni e abuso di autorità nei confronti degli esecutori materiali caddero in prescrizione per i tempi lunghi del processo.

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