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Quella di Novak Djokovic è soprattutto una battaglia d’identità e religione

Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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  • Per comprendere quello che ruota attorno al “caso Djokovic” non bisogna fermarsi alle carte, alle norme che regolano gli ingressi in Australia durante la pandemia o alle esenzioni vaccinali.
  • Nell’animo del popolo serbo sono sempre gli istinti neri, le inquietudini mai sopite, la percezione dell’accerchiamento, la voglia di rivincita, le identità.
  • La chiesa ortodossa svolge anche il ruolo di “religione vicaria” rappresentando l’identità nazionale davanti alle tempeste del mondo. Novak Djokovic, in questo contesto, non è che uno strumento nelle mani del Signore che combatte per l’orgoglio e i diritti dei serbi.

Un paese stranito ha cominciato a chiedersi se il governo e la giustizia australiana avessero davvero un’anima. Come è possibile rinchiudere Novak Djokovic, icona della Serbia, nel primo giorno del Natale ortodosso in una cella in attesa del giudizio di un giudice? Era proprio questo il titolo del quotidiano Alò! “Malvagi, avete un’anima?”. Per comprendere quello che ruota attorno al “caso Djokovic” non bisogna fermarsi alle carte, alle norme che regolano gli ingressi in Australia durante la

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