I roghi sull’isola

Sardegna, dopo l’incendio il racconto dei testimoni e degli sfollati

  • Nel Montiferru il fuoco è arrivato fino alle case, ha distrutto il campo sportivo, il liceo e tantissime attività adesso sono in ginocchio. «È stata questione di dieci minuti. Ho dovuto fare una scelta: cosa salvo, la mia attività o il posto in cui vivo?», racconta Carlo, che nell’incendio ha perso una macchina, la roulotte e vari macchinari che utilizza per il suo lavoro.
  • Dopo tre giorni, il fuoco sembra spento, ma i canadair continuano a volare per le operazioni di bonifica. Le fiamme hanno lasciato il posto a una distesa di cenere, di alberi bruciati e di devastazione. Un paesaggio spettrale di 20mila ettari.
  • Intanto a Cuglieri, Scano di Montiferro, Tresnuraghes, Sennariolo e Santu Lussurgiu hanno fatto ritorno i i 1.500 sfollati che, nella notte di sabato, sono stati costretti a lasciare le abitazioni lambite dalla fiamme. Allevatori e agricoltori, senza più foraggio, bestiame, terreni da coltivare, confessano di non sapere come fare a tirare avanti.

Dicono che l’olivastro millenario di Sa Tanca Manna abbia assistito al passaggio della giudicessa Eleonora d’Arborea, che attraversava la zona del Montiferru nel 1388. Testimone silenzioso di secoli di storia, ha osservato, immobile, lo scorrere del tempo. Fino a due giorni fa, quando si è arreso anche lui alle fiamme che molte volte, negli anni precedenti, lo avevano minacciato senza mai colpirlo. Si è accartocciato su se stesso e della sua imponenza - venti metri di altezza e dieci di circonf

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