- Il 18 gennaio scorso una sentenza del Tribunale civile di Roma aveva condannato il governo italiano per i respingimenti a “catena” di richiedenti asilo lungo la cosiddetta rotta balcanica. Nella sentenza la giudice aveva stabilito che «la prassi delle riammissioni informali in Slovenia è illegittima»
- Proprio la mancanza di provvedimenti scritti (e quindi di prove) è il motivo per cui, lo scorso 27 aprile, il Tribunale ordinario di Roma ha accolto il reclamo proposto dal ministero dell’Interno.
- Eppure le violazioni di diritti umani che avvengono lungo la rotta balcanica sono più che note.
Il 18 gennaio scorso una sentenza del Tribunale civile di Roma aveva condannato il governo italiano per i respingimenti a “catena” di richiedenti asilo lungo la cosiddetta rotta balcanica. Nella sentenza la giudice Silvia Albano aveva stabilito che «la prassi delle riammissioni informali in Slovenia è illegittima. Il governo italiano aveva tutti gli strumenti per sapere che le riammissioni avrebbero esposto i migranti, anche richiedenti asilo, a condizioni non umane e degradanti». Era accadu



