Care lettrici, cari lettori

questa settimana si festeggia l’8 marzo, la giornata internazionale della donna. La newsletter della settimana scorsa è stata l’occasione per valorizzare la nomina di Margherita Cassano primo presidente di Cassazione. In questa, invece, ho raccolto e approfondito alcuni dati sulle donne nella giustizia. Il risultato è una piramide con una base di donne molto ampia e una punta ancora troppo sottile.

Una notizia che potrebbe sembrare secondaria ma ha molte possibili conseguenze, invece, è quella del nuovo rinvio dell’elezione dei membri laici dei Consigli di presidenza delle magistrature speciali, ovvero della Corte dei conti, del Consiglio di Stato e della giustizia tributaria. Ecco cosa è successo e perchè.

Cospito domiciliari e udienza

Prosegue la vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame ormai da quasi 140 giorni per protestare contro il regime detentivo del 41 bis a cui è sottoposto. Dopo che anche la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei suoi legali per la modifica del 41 bis, lui ha smesso di assumere anche gli integratori.

In settimana è arrivato il parere del Comitato nazionale di bioetica, che il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva interpellato in merito ai trattamenti sanitari cui sottoporre il detenuto che ha firmato una dichiarazione anticipata di trattamento in cui chiede di non essere alimentato nemmeno quando perderà conoscenza.

Sebbene il Comitato possa intervenire solo su vicende generali e i quesiti ministeriali, formalmente generici, erano evidentemente riferiti al caso specifico, i suoi componenti hanno deciso di esprimersi. Hanno però consegnato tre pareri, uno di maggioranza e due di minoranza.

I punti fermi comuni sono il divieto di iniziative «coercitive» nei confronti del detenuto e la validità generale della dat. Tuttavia, il parere di maggioranza cita la Cedu, sostenendo che il medico non può «assistere passivamente alla morte». Deve valutare la «volontà attuale» del detenuto e decidere il da farsi, senza però obbligarlo a nulla.

Nello stesso giorno, però, il legale di Cospito ha avanzato al tribunale di sorveglianza di Milano la richiesta di domiciliari per ragioni di salute. Si tratta di un cambio di strategia, visto che l’anarchico aveva sempre escluso questa strada, che prevede solo un differimento di pena una volta che il detenuto si è ristabilito ma non modifica il 41 bis contro cui Cospito sta scioperando.

Non è chiaro se, anche in caso di domiciliari, lo sciopero della fame continuerà, il suo avvocato però ha detto che ora Cospito «teme la flebo» in carcere, ma rimane «lucido».

La Cassazione decide sul regime ostativo

La Corte di cassazione ha deciso di non sollevare una nuova questione di costituzionalità sulla legge approvata dal governo Meloni in merito al regime carcerario ostativo.

I giudici hanno deciso in modo conforme alla memoria della procura generale, rinviando gli atti al tribunale di sorveglianza dell’Aquila, perchè valuti nuovamente il caso del detenuto Salvatore Pezzino, se esistono i presupposti per poter accedere alla liberazione condizionale. Pezzino è da 30 anni in carcere in regime ostativo e non ha mai avuto diritto ai benefici perché non ha collaborato con la giustizia.

Il suo caso, infatti, era quello che aveva determinato l’ordinanza della Consulta, che aveva stabilito l’incostituzionalità del 4 bis nella parte in cui prevedeva l’impossibilità assoluta di ottenere benefici carcerari in caso di mancata collaborazione dei detenuti sottoposti a quel regime detentivo.

Superato, così, il dubbio di costituzionalità sulle nuove norme in materia di ostatività.

L’età pensionabile dei magistrati

Da giorni si rincorre l’ipotesi di innalzare l’età pensionabile dei magistrati, comprese quelle speciali. Negli anni scorsi, invece, l’età era stata abbassata da 72 a 70 anni.

L'Associazione Magistrati della Corte dei conti, guidata dalla presidente Paola Briguori, ha espresso forte preoccupazione sulla proposta e ha chiesto che le scelte su questa materia siano adottate all'esito di un percorso condiviso con le associazioni che rappresentano le parti interessate.

Anche l'Associazione nazionale magistrati ha espresso in un documento votato dal cdc «perplessità sulle modalità del ventilato intervento legislativo volto all'innalzamento dell'età pensionabile», evidenziando che «un simile intervento non è concretamente utile a raggiungere lo scopo di colmare i rilevanti vuoti di organico della magistratura, poiché trattenere in servizio i magistrati più anziani non risolverà i problemi di scopertura degli uffici giudiziari di primo grado e soprattutto di quelli più disagiati dove normalmente prestano servizio solo magistrati di minore anzianità».

L’Anm ha sottolineato che non ci sono preconcette contrarietà, tuttavia chiede che questa scelta non venga adottata con una iniziativa legislativa estemporanea, ma «all'esito di una riflessione più ampia».

Il naufragio di Cutro scatena la polemica all’Anm

Il “parlamentino” dell’Anm ha approvato con un solo voto di scarto una mozione critica rispetto alle posizioni del governo sul tema migratorio proposta dai progressisti di Magistratura democratica.

Ma senza i voti dei magistrati conservatori di Magistratura indipendente, che ritengono improprie le prese di posizione politiche da parte dell’associazione.

Lo scontro è stato molto acceso, a colpi di comunicati stampa.

Da un lato Md, secondo cui è compito dell’Anm prenunciarsi su «questioni rilevanti per ciascun magistrato e per la magistratura, nella sua posizione tra le istituzioni e nella società».

Dall’altro Mi, che invece ritiene che non sia compito dell’Anm prendere posizione su «temi così controversi come quello delle politiche dell’immigrazioni, sul quale vi sono diverse sensibilità» e meno che mai è «consentito all’Anm emettere comunicati pro o contro l’indirizzo politico del governo».

Nei giorni successivi, anche Unicost ha definito «inopportuno» il documento approvato dall’Anm, perchè «Si rischia di coinvolgere magistratura in polemica politica alla quale dovrebbe essere estranea», ha detto la presidente, Rossella Marro, aggiungendo che «Come cittadini siamo tutti addolorati dalla morte di uomini, donne e bambini, naufragati mentre tentavano di raggiungere il nostro paese. Come magistrati è nostro dovere tacere in merito alla specifica vicenda in considerazione della circostanza che è in corso un'inchiesta chiamata a verificare eventuali responsabilità».

L’Unione lombarda degli Ordini forensi

Si è costituito il nuovo ufficio di presidenza dell’Unione lombarda degli Ordini forensi, che riunisce tutti gli ordini della Lombardia. 

Il presidente è Giovanni Rocchi, presidente dell’Ordine di Brescia. I due vicepresidenti sono Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine di Milano, e Angela Odescalchi, presidente dell’Ordine di Lodi.

Il segretario generale è Mattia Amadei, presidente dell’Ordine di Mantova, e il Tesoriere è Elia Campanielli, presidente dell’Ordine di Lecco.

Il segretario è il Carmelo Ferraro, direttore dell’Ordine di Milano.

Il congresso nazionale di Unicost

È cominciato oggi a Bologna il congresso nazionale di Unicost, dal titolo “La giustizia e la magistratura tra riforme e rinnovamento”.

Quattro le sessioni programmate, con interventi di magistrati e professionisti del diritto: Riforme e nuovo assetto ordinamentale della magistratura; Attività del Csm e prospettive di rinnovamento; Focus sulla criminalità organizzata; Quali prospettive per l’associazionismo giudiziario.

Il seminario di Area sulle intercettazioni

Il gruppo di Area Dg della Cassazione ha organizzato un convegno in Cassazione per il 16 marzo alle ore 14.15.

Il titolo è: “Le intercettazioni: attualità, regole sovranazionali e riforme”. 

Dopo i saluti istituzionali dei vertici della Cassazione, seguiranno le relazioni del professore emerito Giorgio Spangher; del presidente della Sesta sezione penale della Cassazione, Giorgio Fidelbo; del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo; dell’avvocato Bruno Di Giovanni. All’evento sarò presente anche io, con un intervento sulle intercettazioni, tra diritto all’informazione e diritto alla riservatezza.

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