la prossima settimana dovremmo finalmente avere a disposizione gli emendamenti ministeriali alla riforma dell'ordinamento giudiziario. A quel punto sarà possibile offrire una riflessione più articolata sul terzo pilastro delle riforme previste dal Pnrr.
In attesa, tuttavia, il dibattito non si è placato. Anzi, le novità emerse dopo i colloqui tra la ministra della Giustizia Marta Cartabia e la maggioranza hanno animato le riflessioni tra gruppi associativi nella magistratura, che trovate riassunte in questa newsletter.

Sul fronte del dibattito, l'entrata in vigore del decreto legislativo sulla presunzione di innocenza è lo spunto per il segretario di Unicost, Stefano Latorre, di esprimere la sua posizione critica sul testo, che già è stato oggetto di approfondita disamina.

Inoltre, uno spunto di riflessione storica: il 12 dicembre è stato l'anniversario della strage di Piazza Fontana. Una fase buia della storia della repubblica, raccontata e attualizzata dal giornalista Enrico Deaglio.

Tempi e contenuti del ddl di riforma

Gli emendamenti del governo al ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario arriveranno in consiglio dei ministri la prossima settimana. Ma, come ha sottolineato la ministra Marta Cartabia, il testo «non sarà blindato» e quindi potrà essere discusso e modificato dal dibattito parlamentare.

Questo significa che il governo non è orientato a mettere la fiducia sul testo, come già stato per il ddl civile e penale. Il testo dovrebbe arrivare in aula a Montecitorio a gennaio, prima dell’elezione del capo dello stato, per poi essere approvato successivamente. Il termine ideale è quello di luglio, quando si svolgeranno le prossime elezioni del Csm che dovrebbero avvenire con la nuova legge elettorale.

Il clima in maggioranza resta buono, ma restano alcune differenze sulle quali il responsabile di via Arenula sta mediando. In particolare, l’aspetto controverso riguarda il sistema elettorale del Csm: il centrodestra e in particolare Forza Italia, infatti, promuove il sorteggio temperato rispetto alla soluzione maggioritaria pensata dalla ministra.

Controverse sono anche le regole per disciplinare le porte girevoli, ovvero il passaggio dei magistrati alla politica e poi il rientro in toga.

Le posizioni sulla legge elettorale del Csm

I gruppi associativi della magistratura, da divisi che erano nel giudizio sul sistema proporzionale del singolo voto trasferibile contenuto nella bozza Luciani, commentano in maniera più compatta l’ipotesi di sistema maggioritario anticipato dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, per la prossima elezione del Csm.

L’unico gruppo non contrario a quanto anticipato è quello di Magistratura indipendente. Il segretario, Angelo Piraino, ha detto che «Del nuovo sistema elettorale del Csm possiamo valutare solo le linee fondamentali, che prevedono meccanismi di voto che non si prestano ad accordi opachi tra correnti, accorciano la distanza tra l'elettore e l'eletto e garantiscono un adeguato numero di candidati e una adeguata rappresentanza di genere». Tuttavia, prima di dare una valutazione preferisce aspettare il testo scritto.

Su tutt’altra linea gli altri gruppi associativi.

Il coordinamento di Area ha pubblicato un duro comunicato in cui scrive che «la linea di intervento ministeriale è molto lontana dalle attese e dalle esigenze di riforma della magistratura e dell'autogoverno orientate a rimuovere le cause della deriva correntista e clientelare drammaticamente emersa negli ultimi due anni». Secondo Area, con il sistema maggioritario, bi-nominale e a unica preferenza in collegi di grandi dimensioni «si determina che gli eletti saranno tutti riferibili ai due gruppi associativi che raccolgono i maggiori consensi, così lasciando fuori le altre identità culturali». La paura di Area è che l’effetto sia quello di uno strapotere della politica nel Csm: «Due gruppi contrapposti che, alternativamente, acquisiranno una maggioranza relativa di scarsa misura, verrà di fatto dominato dagli eletti dal Parlamento, che costituiranno il vero ago della bilancia. Questa dinamica rischierà di aumentare il peso della politica e dei partiti sulle scelte del Csm».

Dello stesso avviso anche Autonomia & Indipendenza, secondo cui la riforma contiene «il rischio di un rafforzamento di tutti quegli elementi di sistema che la riforma vorrebbe combattere. La persistente presenza di un sistema maggioritario rafforzato dalla presenza di collegi binominali, con modestissimi correttivi proporzionali, verrebbe infatti a sopprimere il pluralismo di vedute all'interno del Csm contribuendo a realizzare una sorta di bipolarismo giudiziario destinato ad ideologizzare la magistratura ed a renderla definitivamente subalterna ai gruppi politici». Inoltre, A&I sottolinea come la riforma non tocchi la componente laica, che nel caso Palamara ha avuto la sua quota di responsabilità. 

In un documento, Unicost scrive che il meccanismo del maggioritario binominale «non realizza l’obiettivo di ridurre il peso delle correnti, poichè i candidati, per avere chances concrete di elezione, avrebbero comunque bisogno dell’appoggio di un gruppo». Con una interpretazione simile a quella di A&I, aggiunge che il sistema «porterebbe alla formazione di due poli contrapposti, non funzionale al ruolo del Csm che non ha esigenze di governabilità, bensì di rappresentanza di tutte le componenti culturali della Magistratura. Di conseguenza, i laici diventerebbero ago della bilancia nelle scelte del Csm».

Infine, anche Magistratura democratica esprime «il suo dissenso più netto rispetto a questo sistema di elezione di un organo che non ha necessità, per il suo funzionamento, di garantire la formazione di una stabile maggioranza». Anche perchè, secondo Md, questo sistema non garantisce il necessario pluralismo nè una adeguata rappresentanza di genere. Paradossalmente, si legge, «il sistema proposto conduce a risultati esattamente opposti alle finalità dichiarate di eliminare “il potere delle correnti”, che sceglieranno per ciascun collegio “il” candidato, concentrando su questo le preferenze, in modo da farlo arrivare almeno secondo».

Le porte girevoli con la politica

La riforma dell’ordinamento giudiziario contiene anche un capitolo per disciplinare le porte girevoli tra magistratura e politica e collocamento fuori ruolo.

L’argomento è tornato al centro del dibattito dopo il caso Maresca della settimana scorsa, quando si è saputo che l’ex candidato sindaco del centrodestra e oggi leader dell’opposizione in comune di Napoli prenderà servizio alla corte d’appello di Campobasso.

La cosa è possibile secondo il testo unico sugli enti locali e il suo non è l’unico caso, ma la riforma dovrebbe renderlo impossibile.

La questione del grande numero di fuori ruolo è stata recentemente sollevata con una interpellanza urgente al governo dal deputato di Azione, Enrico Costa, visti i dati sulla carenza di organico nei palazzi di giustizia e sulla mole di arretrato che appesantisce i tribunali.

In questo articolo, elenco tutti i casi di sovrapposizione tra ruolo politico e magistratura attiva e come la riforma potrebbe modificare le regole attuali.

L'Anm si riunisce sulla riforma del Csm

Il comitato direttivo centrale dell'Anm si riunisce sabato e domenica 18 e 19 dicembre. All'ordine del giorno c'è anche la valutazione sulla riforma del sistema elettorale del Csm e della legge di riforma dell'ordinamento giudiziario.

I lavori saranno trasmessi da radio Radicale e c'è da aspettarsi una presa di posizione forte del sindacato delle toghe, che ancora deve compiutamente entrare nel dibattito sulla riforma della magistratura.

Molestie alla pm, il Csm saziona Creazzo

Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, è stato sanzionato dalla sezione disciplinare del Csm con due mesi di perdita di anziantià. Il procedimento a suo carico era stato avviato per molestie ai danni della collega, la pm di Palermo Alessia Sinatra, in un albergo di Roma nel 2015.
I fatti erano emersi in seguito alla pubblicazione delle chat del cellulare di Luca Palamara, in cui Sinatra chiedeva al collega di intervenire nei confronti di Creazzo.
Il procedimento disciplinare era iniziato lo scorso maggio e si è svolto a porte chiuse. Il procuratore è stato assolto, escludendo l'addebito per "violazione del dovere di correttezza ed equilibrio".

Creazzo ha detto che "Si tratta di una sentenza ingiusta perchè sono innocente, è una decisione conforme alla condanna mediatica che avevo già subito allo scoppiare della notizia. Farò ricorso per Cassazione, dove confido che potrò avere finalmente giustizia".

Anche la Cassazione annulla la nomina di Prestipino

Le Sezioni Unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso del procuratore capo di Roma, facente funzioni, Michele Prestipino.

I giudici, in due distinte sentenze, hanno rigettato la questione sollevata contro la decisione del Consiglio di Stato con cui era stata annullata la nomina di Prestipino, scrivendo che i giudici amministrativi non hanno «esorbitato i limiti posti al proprio giudizio», e hanno chiarito che «correttamente il Consiglio di Stato avesse rilevato il difetto di motivazione che affliggeva la revoca dell'originaria proposta formulata a favore del dottor Viola, sottolineando che la giustificazione di tale revoca “non si può ritenere implicita nell'intervenuta sostituzione” di alcuni componenti né, altresì, “nel mutamento in sé della preferenza”».

Prestipino è già stato escluso dall’ipotesi di una nuova nomina al vertice di Roma: la commissione per gli incarichi direttivi del Csm, infatti, ha indicato Maurizio Viola (1 voto) e Francesco Lo Voi (4 voti) come i due nomi da presentare al plenum per decidere chi diventerà il nuovo procuratore capo della Capitale. Non si sa, però, quando la scelta avverrà.

Il Consiglio d’Europa sulla giustizia riparativa

Si è svolto a Venezia il vertice del Consiglio d’Europa sulla giustizia riparativa. L'evento si pone l'obiettivo di fare avanzare il dibattito sulla giustizia riparativa in materia penale all'interno del Consiglio d'Europa, sulla base dell'analisi di dati provenienti da fonti europee e internazionali e tenendo conto delle migliori esperienze pratiche realizzate negli Stati membri. 

La ministra Cartabia ha sottolineato che la giustizia riparativa non è uno «strumento di clemenza». La giustizia riparativa «è una giustizia che aiuta il trasgressore ad assumersi la sua responsabilità nei confronti della vittima e nei confronti della comunità, attraverso l'incontro e il dialogo. Verità, responsabilità, incontro, dialogo, e ancora: percorso, cammino, mediazione sono le parole che fanno parte della cultura della giustizia riparativa».

Il dl sulla presunzione di innocenza entra in vigore

Il decreto legislativo sulla presunzione di innocenza è entrato in vigore lunedì 13 dicembre. Qui trovate una sintesi dei contenuti, un approfondimento sul divieto di attribuire nomi allusivi alle indagini. Quanto ai commenti, nella newsletter di oggi è intervenuto sul tema il segretario di Unicost, Stefano Latorre e qualche settimana fa l’ex magistrato Nello Rossi.

La questione rimane di grande attualità, soprattutto in vista di come verrà applicata la normativa. Sul tema è intervenuto anche l’ex procuratore Edmondo Bruti Liberati, che ha detto: «Le esternazioni lesive del principio di innocenza e in contrasto con i criteri dell'equilibrio e della misura di alcuni magistrati, soprattutto pubblici ministeri danneggiano la credibilità della giustizia. Ma l'indebito protagonismo di magistrati e anche la cattiva informazione si contrastano con la buona e corretta informazione e non certo con la pretesa ingessare le modalità di comunicazione. Avere privilegiato per l'informazione delle procure i comunicati stampa, cercando di porre limiti più stringenti alle conferenze stampa è privo di senso ed ignora la realtà».

Sul tema ho partecipato qualche settimana fa a un vivace confronto organizzato dalla camera penale di Palmi, che rimane attuale perchè ha visto la partecipazione sia di avvocati che di magistrati ad analizzare le nuove previsioni.

Dati sui processi penali

L'Eurispes e l'Unione delle Camere Penali Italiane hanno presentato i risultati del secondo rapporto sul processo penale in Italia. I dati sono interessanti anche in vista dei decreti delegati dopo l’approvazione del ddl penale.

Prendendo in esame le ragioni del rinvio ad altra udienza, si osserva che le cause sono:

- Al Nord, l’udienza di sola ammissione prove, con un picco del 22,6% al Nord-Est ed un 14,1% al Nord-Ovest.

- Al Centro il peso delle udienze di sola ammissione prove (18%) equivale sostanzialmente a quello della prosecuzione dell'istruttoria (allorché l'attività istruttoria fissata per quella udienza si è regolarmente svolta e completata) (18,4%).

- Nelle Isole in particolare e al Sud la prima ragione di rinvio è la prosecuzione dell'istruttoria (rispettivamente 23,7% e 19%).

- Al Sud si trova la più elevata percentuale di omessa/irregolare notifica all'imputato (9,6%) e di assenza dei testi citati dal pm (13,9%); al Centro ed al Sud la percentuale più alta relativa all'assenza del giudice titolare (rispettivamente 6% e 5%)

- Nel Nord-Ovest si segnala per la frequenza superiore alla media di rinvii dovuti alla richiesta di messa alla prova (8,3%).

A livello nazionale la durata media del rinvio dell'udienza si attesta, nel complesso, a 152 giorni, a livello di macroarea geografica emergono alcune differenze.

- Nord-Ovest: 111 giorni;

- Isole: 132 giorni;

- Nord-Est: 158 giorni;

- Sud: 186 giorni;

- Centro: 171 giorni. 

Congresso di Nessuno tocchi Caino

Il IX Congresso di Nessuno tocchi Caino è convocato nel carcere di Opera a Milano, il 17 e 18 dicembre, con il collegamento anche con le carceri di Parma e Rebibbia a Roma, e con Rita Bernardini che da domenica 5 dicembre è in sciopero della famel per il sovraffollamento carcerario.

Il congresso si divide in due sessioni di dibattito, la prima su “Quando prevenire è peggio che punire”, la seconda su “Non un diritto penale migliore, ma qualcosa di meglio del diritto penale”.

I lavori saranno trasmessi in diretta da Radio Radicale oltre che dai canali social della associazione. 

I referendum sulla giustizia

Si è svolto presso la corte di Cassazione un dibattito organizzato da Magistratura democratica sul tema dei referendum sulla giustizia. Oltre a me, sono intervenuti Nello Rossi e il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto. Il dibattito è stato particolarmente stimolante anche perchè si sono approfonditi i quesiti referendari, ma anche come la mediatizzazione della giustizia rischia di influenzare l’esito del possibile voto sui quesiti.

Inoltre, al termine del dibattito, il sottosegretario Sisto ha dato qualche anticipazione sull’emendamento ministeriale alla riforma dell'ordinamento giudiziario. Qui è possibile rivedere l’evento.

Su piazza Fontana e la morte del ferroviere Pinelli

La strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 è ancora una ferita aperta nella storia della repubblica.

Di questo ha scritto su Domani il giornalista Enrico Deaglio, che di stragi e terrorismo si è occupato per tutta la sua lunga carriera. Scrive che "Oggi di quella strage sappiamo tutto. Ma l’Italia del fascismo che comandava il Viminale e dei servizi segreti di cui tutti avevano molta paura è morta e sepolta? Vive solo nella nostra nostalgia? Potrebbe ripetersi?Per raccontare quel passato, mi viene in aiuto una notizia di pochi mesi fa, la morte di un vetusto generale italiano, giustamente trattata dai media come la fine della “carcassa polverosa” del cane Bendicò, testimone delle grandezza e decadenza del principe di Salina, ovvero una cosa inutile".

Carcere, inzia il processo per il pestaggio di Santa Maria Capua Vetere

E’ iniziato nell’aula bunker del tribunale di Santa Maria il processo per la mattanza di stato compiuta da decine di poliziotti penitenziari a carico di inermi detenuti del reparto Nilo, massacrati di botte senza ragione il 6 aprile 2020. Il giudice deve decidere sul rnvio a giudizio di per 108 persone, accusate a vario titolo di tortura aggravata, maltrattamenti, abuso di autorità, falso e anche depistaggio.

Secondo le ricostruzioni, in quell’aprile quasi 300 agenti penitenziari, provenienti anche da altri istituti, entrano nel carcere e per oltre 4 ore massacrano di botte e colpi di manganello i detenuti, una mattanza documentata dai video che Domani ha pubblicato lo scorso giugno.

Da una parte le vittime, i familiari, le associazioni e i pubblici ministeri. Dall’altra la catena di comando di un carcere, il ‘Francesco Uccella’ di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, gli agenti della polizia penitenziaria e l’ex provveditore regionale della Campania.

Si apre una pagina importante, tesa a verificare i corretti equilibri tra i poteri dello stato, che Domani seguirà con attenzione.

Dai fori

Topi e freddo nell'aula bunker di Lamezia Terme, la più vasta e tecnologicamente avanzata d'Europa. I problemi sono stati segnalati dal presidente del collegio all'inizio del processo Rinascita Scott. I topi sono stati visti dopo l'estate in tutti i locali dell'aula bunker, compresa l'area tecnica dove ci sono i cavi del sistema di video collegamento e video sorveglianza che rischiano di essere rosicchiati. Un altro problema è quello del sistema di climatizzazione che sta lasciando al freddo tutte le parti presenti al processo.

Il 20 e 21 dicembre l'ordine degli avvocati di Salerno inaugura la nuova sede del Consiglio distrettuale di disciplina, nelle stanze del palazzo di Giustizia. Il tutto è stato possibile grazie alla sinergia tra magistratura e avvocatura, come ha detto il presidente dell'ordine Silviero Sica, che ha ringraziato in particolare la presidente della corte d'Appello, Iside Russo, per la disponibilità.

Le nomine

Il Csm ha nominato Ettore Picardi, attualmente sostituto presso la Procura generale dell'Aquila, nuovo procuratore di Teramo.

L'attuale presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, è stato eletto giudice della corte costituzionale. Assumerà l'incarico a gennaio, prendendo il posto dell'attuale presidente della Corte, Giancarlo Coraggio, che terminerà il suo mandato. A succedergli al vertice della Consulta, secondo la prassi del membro più anziano, sarà l'attuale vicepresidente Giuliano Amato.

E' stata rinnovata la giunta dell'Anm di Napoli e ha vinto Magistratura indipendente, con 242 voti. 229 voti sono andati a Unicost, 145 ad Area, 106 a Autonomia e Indipendenza, 91 a Magistratura democratica.

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