Anche il prossimo Csm guarderà a destra. Nell’attesa del voto politico del 25 settembre, infatti, un preludio elettorale ha già avuto luogo con il voto per eleggere i togati e l’esito preliminare è stato quello di una vittoria netta della corrente conservatrice di Magistratura indipendente, con la ex segretaria del gruppo Paola D’Ovidio più votata nel collegio di legittimità con 1861 voti e circa il 24 per cento.

L’esito è parziale e si scoprirà domani quando verranno scrutinati i collegi di merito: il lavoro è stato particolarmente lungo, anche a causa del fatto che per la prima volta è stata applicata la nuova legge elettorale della riforma Cartabia. Gli oltre novemila magistrati italiani hanno votato nelle rispettive sedi giudiziarie il 18 e 19 settembre, poi tutte le schede sono arrivate a Roma e lo scrutinio è cominciato in Cassazione il 21 settembre, partendo dal collegio unico nazionale di legittimità, ovvero quello dei magistrati di Cassazione per cui si esprimevano tutti e 7911 i votanti.

Il primo bilancio, che si basa appunto solo sui risultati di legittimità, però, restituisce la fotografia di una magistratura che guarda verso le toghe conservatrici e che continua a fidarsi dei gruppi associativi.

Le toghe conservatrici

La tendenza in favore di Mi, del resto, si era già consolidata nel corso della passata consiliatura, durante le elezioni suppletive in seguito alle dimissioni dei togati implicati nello scandalo dell’hotel Champagne. Con la vittoria al collegio di legittimità e l’elezione di D’Ovidio, Mi ha ottenuto un duplice successo.

Il gruppo associativo, infatti, aveva subito una sorta di scissione interna: la legge elettorale ha previsto la possibilità di candidature indipendenti e diversi nomi noti di iscritti a Mi hanno scelto di candidarsi in autonomia – secondo alcune voci con la spinta dell’ex capocorrente di Mi, Cosimo Ferri - minacciandone il bacino elettorale.

L’operazione, però, non è riuscita: nel collegio di legittimità correva da indipendente ma iscritto a Mi Stefano Guizzi, noto per essere stato il difensore di Luca Palamara nel procedimento disciplinare, che però ha ottenuto 244 voti. Il gruppo di Mi, quindi, ha dimostrato compattezza elettorale e potrebbe definitivamente aver dato prova di essersi emancipato dall’ex uomo forte, oggi candidato alle elezioni politiche con Azione-Italia Viva.

Le correnti

Altro segnale è il fatto che i candidati dei gruppi associativi continuano ad essere i più votati. Accanto a D’Ovidio, infatti, il secondo più votato ed eletto con 1226 al secondo posto per i togati di Cassazione è stato Antonello Cosentino, candidato del gruppo progressista di Area. Subito dietro sono arrivate le altre due correnti: Magistratura democratica con Raffaello Magi, che per la prima volta dopo 10 anni ha corso in autonomia da Area, con 696 voti, e il gruppo centrista di Unità per la Costituzione con Milena Falaschi, con 816 voti.

Il collegio di legittimità, in cui di fatto il sistema elettorale prevede l’elezione dei due più votati, era il più difficile da vincere per i candidati indipendenti che la riforma Cartabia ha tentato di incentivare. Il collegio unico nazionale, infatti, favorisce i magistrati collegati a gruppi, che rendono più facile una campagna elettorale capillare nei distretti. Diverso potrà essere l’esito nei collegi del merito, di dimensioni più piccole e dove gli indipendenti particolarmente noti – come Henry John Woodcock e Carlo Lasperanza – potrebbero riuscire a centrare l’elezione. In questo senso, di buon auspicio è il risultato sorprendente dell’indipendente Stanislao De Matteis, con un passato in Unicost negli anni Novanta ma ora molto critico con i gruppi associativi, che ha ottenuto un boom di consensi e il quarto posto, con 780 voti.

Ottimo risultato anche per l’indipendente Marco Rossetti, con 601 voti. Secondo fonti interne, il distretto chiave è stato quello di Napoli: tra i bacini elettorali maggiori, con un forte radicamento del gruppo di Mi ma anche “campanilista” nel sostegno a candidati di nascita campana, come De Matteis e Magi. De Matteis, inoltre, avrebbe avuto l’appoggio esterno dei magistrati tributari, di cui è membro del consiglio di presidenza (il Csm della giustizia tributaria).

L’interrogativo, se queste rimarranno le proporzioni anche negli altri collegi, è che tipo di maggioranza si costituirà nel prossimo Consiglio e quindi se Unicost troverà più consonanza con le toghe progressiste di Area, con cui il dialogo è molto stretto nella giunta dell’Associazione nazionale magistrati e l’alleanza è risalente, oppure con i conservatori di Mi. Proprio questo sarà rilevante in vista dell’elezione del nuovo vicepresidente.

Ci sarà tempo, però. I togati eletti, infatti, rimarranno congelati almeno fino a novembre e l’attuale Csm lavorerà in regime di prorogatio. I 10 componenti laici, infatti, verranno nominati dalle nuove camere, probabilmente a fine novembre. Se i pronostici elettorali verranno confermati, almeno 3 laici spetteranno a Fratelli d’Italia e altri tre verranno divisi tra Forza Italia e Lega, mentre le opposizioni dovrebbero contendersi i 4 restanti. Con questi numeri e il successo della destra in parlamento e dei conservatori tra le toghe, il vicepresidente sarà molto probabilmente della stessa area.

 

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