L’ex consigliere del Csm, Piercamillo Davigo, è stato interrogato durante l’udienza preliminare al tribunale di Brescia e ha raccontato la sua verità sui passaggi di mano dei verbali di interrogatorio dell’ex legale Piero Amara, in cui parlava della presunta loggia Ungheria.

Davigo è indagato insieme al pm milanese Paolo Storari per rivelazione di segreto d’ufficio per aver portato fuori dal tribunale di Milano e poi diffuso i verbali degli interrogatori dell’avvocato Piero Amara, nei quali si dava conto dell’esistenza della presunta loggia e di chi ne faceva parte.

La gup, Federica Brugnara, dovrà decidere sul rinvio a giudizio di entrambi e ha già accolto la richiesta di costituzione di parte civile del consigliere togato del Csm, Sebastiano Ardita, citato nei verbali.

Intanto, però, le posizioni processuali dei due indagati si sono separate. Storari, infatti, ha scelto il rito abbreviato: nel caso in cui venga rinviato a giudizio, il processo si svolgerà a porte chiuse e sarà basato solo sugli atti d’indagine fin qui raccolti, inoltre in caso di condanna beneficerà di uno sconto di pena di un terzo. Anche lui si è sottoposto all’interrogatorio e ha confermato di aver consegnato i verbali a Davigo come forma di «autotutela», visto l’«immobilismo» dei vertici della procura di Milano nel procedere all’iscrizione della notizia di reato.

La scelta di Davigo

Opposta, invece, è la strategia processuale scelta da Davigo. L’ex pm di Mani Pulite, infatti, aveva fatto richiesta che l’udienza preliminare si svolgesse in forma pubblica ma gli è stato negato. Oggi ha sostenuto l’interrogatorio di circa tre ore in cui ha ribadito la sua versione dei fatti: «Tutto quello che ha fatto lo ha fatto per conto della legge», è stato il riassunto del suo legale. Davigo, infatti, sostiene che la consegna dei verbali sia stata legittima perché a un consigliere del Csm non è opponibile il segreto d’ufficio.

Inoltre, non ha fatto richiesta di riti alternativi, dunque in caso di rinvio a giudizio il processo si svolgerà con rito ordinario e in forma pubblica, con giornalisti ammessi in aula.

Evidente la volontà dell’ex magistrato: convinto della correttezza del suo operato, ritiene di voler dare la massima divulgazione al processo, nel caso in cui si svolga.

Tutto, ora, è rinviato all’udienza del 17 febbraio, in cui la gup deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio di Davigo confermata dai pm bresciani e si svolgerà la prima udienza in rito abbreviato per Storari.

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