La Lega nord è nata per l’intuito di Umberto Bossi sull’asse dell’anti meridionalismo e dell’anti centralismo, puntando a sfruttare la frattura tra centro e periferia. Le oscillazioni programmatiche, le alleanze e le leadership che dal 1991 hanno segnato la vita politica del partito non hanno però mai messo in discussione il suo tratto identitario: l’avversione per il sud
- Il fatto che la Lega nord abbia tentato di cambiare nome e che si sia proposta quale partito della nazione e post-ideologico, non ne nasconde l’essenza.
- Nonostante le illusioni di troppi, il tratto nordista, anti nazionale e anti statale del partito permane, perché nessuno ha inteso modificarlo.
- Le dichiarazioni del deputato europeo Ciocca sul peso sociale dei cittadini lombardi che meriterebbero prima di altri il vaccino Covid non devono sorprendere. La Lega nord è così. È questa la sua natura, le sue radici, da trent’anni. E nessuna smentita radicale verrà dalla leadership che non può rischiare di perdere consensi al nord.
«Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con qualsiasi altro nome conserverebbe sempre il suo profumo». Giulietta, rivolgendosi al suo amato Romeo nell’omonima celebre opera di Shakespeare, segnala che le persone e le cose conservano la loro identità al di là delle convenzioni con cui le identifichiamo. Con molta meno poesia il fatto che la Lega nord abbia tentato di cambiare nome, in taluni casi lo abbia persino fatto, e che si sia proposta quale partito della nazione e post-ideologic



