- Chi vince le primarie di coalizione modella una lista elettorale intorno al proprio nome (quello del candidato sindaco) e guarda a coloro che hanno partecipato, sia attivamente sia come simpatizzanti, alla campagna in suo favore. Lo stesso fa chi perde le primarie.
- E’ ragionevole supporre che la partecipazione pro o contro sia una condizione minima per essere eventualmente inclusi o non nella lista.
- Questa logica – la regola del gioco democratico—non sembra convincere i perdenti delle primarie bolognesi di coalizione-
Siamo certi che le primarie siano uno strumento capace di risolvere con i numeri le contese e non, invece, di incattivirle nonostante i numeri? La vicenda bolognese è un caso esemplare di divisioni che permangono e anzi si radicalizzano a seguito delle primarie di coalizione dello scorso 20 giugno, finite con la vittoria di Matteo Lepore del Pd. Le primarie di coalizione hanno l’effetto di mescolare le parti che le hanno combattute anche al di là delle appartenenze certificate con una tessera


