- Oltre a patire i risultati di un trentennio di disinvestimento, alla scuola tocca sopportare anche il ritorno di ricette reazionarie e passatiste, e persino le opinioni sgangherate di Paola Mastrocola
- La crisi della scuola è anche e soprattutto la crisi del dibattito pubblico sull’istruzione. Ma se continuiamo a dare credito a intellettuali bolliti e politici responsabili dei disastri attuali, sarà difficile invertire la tendenza.
- Fa impressione che alcune idee considerate ormai indecenti del neoliberismo classico, come il “buono scuola” per dare alle famiglie la possibilità di scegliere l’istruzione privata, o strampalate del nuovo classismo come il liceo made in Italy, abbiano spazio e legittimità nel dibattito pubblico, invece di qualunque altra discussione qualificata sull’innovazione didattica e sull’inclusione scolastica.
La scuola ricomincia e lo fa con i soliti problemi: cattedre ancora non assegnate a settembre, classi troppo numerose, professori pagati pochissimo (un pochissimo che diventa miserevole, al netto dell’inflazione in crescita), pareri di Paola Mastrocola. Partirei proprio da quest’ultima piaga per discutere poi delle altre. Il 6 settembre è uscita un’intervista a Paola Mastrocola a firma di Marianna Rizzini sul Foglio. L’insegnante in pensione (da un bel po’ di anni) Mastrocola, autrice di va



