- Il Pd è stato finora l’unico, fra gli sconfitti, ad aver tratto dal voto le dovute conseguenze; gli altri si comportano come se avessero vinto.
- Riconosciuto questo, proprio il percorso congressuale, a partire dalla tormentata vicenda del manifesto dei valori, mostra i persistenti i limiti e le contraddizioni di questo partito, impantanato nel “ma anche”.
- Sono limiti culturali e strutturali, che negli anni hanno provocato l’emorragia dei voti. Oggi, si perpetuano nella candidatura di Bonaccini e nell’area che lo sostiene.
Il Pd non è stato l’unico partito ad aver perso le elezioni. Ma è l’unico, fra gli sconfitti, ad averne tratto le dovute conseguenze; gli altri si comportano come se avessero vinto. Riconosciuto questo (che non è poco), proprio la discussione in corso mostra però quanto sia difficile superare le contraddizioni e i limiti del Pd, o almeno di una sua ampia area. Sono limiti organizzativi e di classe dirigente: un partito degli eletti, in cui gli iscritti contano molto poco, e dove spesso la r



