Al passo coi tempi

Il problema dei sindacati non è lo sciopero ma l’incapacità di innovarsi

Lo sciopero generale di Cgil e Uil (LaPresse)
Lo sciopero generale di Cgil e Uil (LaPresse)
  • Chi si preoccupa del ritorno a forti disuguaglianze nei paesi più sviluppati dopo il trentennio post-bellico sottolinea come questa tendenza sia più marcata proprio dove il ridimensionamento dei sindacati è stato maggiore.
  • È sbagliato criticare lo sciopero recente contestandone il carattere politico. Anzi, questo orientamento a rappresentare il mondo del lavoro nel suo complesso costituisce una risorsa importante in una società in cui i rapporti di rappresentanza si vanno sbriciolando.
  • C’è però un problema. Si vuole giustamente dare rappresentanza e voce a un’area di occupazione sempre più in crescita, fatta di rapporti discontinui e instabili, ma non si vuole innovare sul welfare e concertare col governo, rinunciando alla difesa con mezzi tradizionali dei gruppi più stabili e protetti.

Secondo i fondamentalisti del mercato, i sindacati con le loro rivendicazioni riducono l’efficienza dell’economia e comprimono la crescita che può abbassare le disuguaglianze. Non c’è dunque da preoccuparsi della tendenza all’indebolimento di queste organizzazioni nelle democrazie avanzate, sempre più evidente dagli anni Ottanta del secolo passato, con il ridimensionamento occupazionale dell’industria. Tra il 1980 e la fine dello scorso decennio la sindacalizzazione dei lavoratori dipendenti è

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