- Due schiaffi, e poi dritti a dormire. Così un prefetto del profondo sud francese risolverebbe i moti giovanili. Intanto i giornali aprono dibattiti su «come reprimere efficacemente» le proteste. Questi sono solo segnali periferici, bollettini meteo del clima di repressione che soffia nel paese. Del resto quando è il presidente della Repubblica per primo, a predicare soluzioni da regime autoritario, tutto il resto finisce sdoganato.
- Emmanuel Macron si è reso responsabile di una inquietante svolta illiberale che prende forma nell’idea di imporre il blackout dei social network, nella pratica di mettere al bando le organizzazioni della società civile, nelle derive securitarie e in una violenza poliziesca che non solo il governo non discute, ma anzi alimenta e consolida.
- Esiste una precisa traiettoria che ci racconta, mossa dopo mossa, una deriva: più il potere macroniano si percepisce come fragile, più risponde con la forza e la repressione.
Due schiaffi, e poi dritti a dormire. Così un prefetto del profondo sud francese risolverebbe i moti giovanili: poche storie, bisogna che i genitori mollino «un paio di sberle!», dice Hugues Moutouh che è noto anche come «il bulldozer». Intanto i giornali come il Figaro aprono dibattiti su «come reprimere efficacemente» le proteste e strillano in copertina che «i barbari» sono in agguato. Questi sono soltanto segnali periferici, bollettini meteo del clima di repressione che soffia nel paese.



