- Sarebbe gravissimo sottovalutare l'impatto popolare del vertice di Ramstein di tre giorni fa.«Dobbiamo muoverci con il ritmo della guerra», ha detto il ministro della Difesa americano Lloyd Austin, come se stesse dirigendo un'orchestrina.
- Ora è diventato difficile sostenere che non stiamo scivolando nel baratro di una guerra larga e lunga, nucleare o meno che sia. Gli esperti la chiamano "escalation", i non esperti sanno che cos'è e ne hanno paura, con il pieno diritto di averla.
- L'orrore della guerra è un'idea popolare e razionale. Ma la guerra la decidono i generali in preda a superstizioni platealmente irrazionali, come si vede dai risultati. Nell'era dei social network questa contraddizione rischia di esplodere
Sarebbe un errore sottovalutare l’impatto popolare del vertice di Ramstein di martedì 26 aprile. Nella più grande base militare americana in Europa, in Germania, 43 paesi (i 30 membri della Nato più 13 sparsi per il mondo) hanno deciso di moltiplicare la fornitura di armi all’Ucraina per aiutarla a battere contro Putin. «Dobbiamo muoverci con il ritmo della guerra», ha detto il ministro della Difesa americano Lloyd Austin, come se stesse dirigendo un’orchestrina. Il ministro della Difesa Lor



