Macerie umane

Schierarsi con l’aggredito non è conseguenza del passato, ma premessa per costruire il futuro

  • In termini di vite il costo della guerra in Ucraina può essere pesantissimo e, in effetti, scenari simili da giorni costellano i reportage dal fronte più esposto, Mariupol e non solo. Parliamo di un dilemma politico e etico assieme: fino dove agire con un “male” (la guerra lo è sempre) si giustifica con l’impedire un “male” peggiore.
  • Fermare la strage di civili, donne, bambini, salvando assieme a quelli la sorte di migliaia di soldati delle due parti è il tentativo a cui nessuna coscienza dotata di umanità può rinunciare.
  • Il nodo vero è che a oggi solo questa visione si pone con giusta forza la domanda sul “dopo” e nel farlo insiste perché si compia ogni azione utile a impedire che la fine del conflitto – perché una fine vi sarà – coincida con una distesa di macerie umane, morali, materiali e politiche. In altre parole questa strada abbraccia e fa propria la volontà razionale di perseguire il bene della pace.

Questo non è il chicken game (gioco del pollo), quello tradotto al cinema nella folle gara di Gioventù bruciata quando James Dean e il rivale si sfidano a chi frena per ultimo evitando il burrone. Stupida “prova di coraggio” dove perde chi si arresta per primo. Se nessuno dei due si ferma muoiono entrambi. Qui la differenza è in un dettaglio che tale non è: la “folle sfida” l’ha lanciata uno dei due, la Russia di Vladimir Putin, e non si tratta di una gara. No, è una sfilata di corpi abbandonat

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