Uber files

La WikiLeaks delle piattaforme, un’occasione per regolamentare (finalmente) il lavoro?

AP Photo/Nam Y. Huh
AP Photo/Nam Y. Huh
  • L’irresistibile ascesa di Uber – come confermato dai leaks – si è fondata su una chiara ambivalenza.
  • Da un lato una filosofia d’impresa fondata su una forte deregulation del lavoro di matrice ultra-liberista, dall’altro una pratica di crescita poco consona ai principi del libero mercato (riservato, quest’ultimo, agli autisti senza diritti in concorrenza tra loro).
  • L’occasione da non disperdere è quella della discussione in corso a Bruxelles sulla direttiva europea sul platform work. I presupposti sono ambiziosi: la proposta della Commissione è stata, nella relazione dell’eurodeputata Gualmini, rafforzata al fine di meglio garantire il corretto status contrattuale dei lavoratori.

Uber Files. Lobbismo spregiudicato verso i politici, porte girevoli tra business e rappresentanti delle istituzioni, un rilevante cinismo verso i propri drivers – esposti consapevolmente a possibili ritorsioni dei taxisti tradizionali («la violenza garantisce il successo», scriveva il cofondatore dell’azienda Kalanick). È questo il contenuto di oltre 124.000 documenti riservati fatti trapelare da un whistleblower (un ex dipendente della stessa Uber) e finiti in possesso di un gruppo di testate

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE