- La crisi ucraina, al punto in cui è giunta, non è quindi più leggibile come una contrapposizione tra blocchi di stati con mire e interessi inconciliabili, quasi si trattasse di una ripresa fuori tempo massimo di uno schema da Guerra fredda.
- Quella cui stiamo assistendo è in realtà una radicale opposizione tra le norme e le prassi che regolano i rapporti sovranazionali e il tentativo eversivo di rompere irreparabilmente con queste.
- Le speranze di pace sono riposte, oggi come in passato, nella preservazione di questo sistema di norme e prassi di mutuo riconoscimento, un ordine che non ammette né eccezione né eversione. Se non sarà Putin a rendersene conto, saranno altri a farlo al posto suo.
L’invasione dell’Ucraina è uno strappo che non solo riscrive la storia, come si dice da più parti, ma riscrive il diritto e per molti versi, questa è una riscrittura più pesante e carica di implicazioni che davvero mancano di precedenti. Non ci riferiamo tanto allo sfregio che imprime all’articolo 2.4 della Carta delle Nazioni unite, per cui ai membri dell’Onu è fatto obbligo di astenersi “dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qu



