Esiste una teoria che, pur nella sua semplicità, ha avuto un impatto straordinario in vari settori: la teoria del miglioramento dell’1 per cento (nota anche come teoria dei marginal gains), che è stata coniata da Dave Brailsford, l’allenatore del Team Sky di ciclismo. Prima di Brailsford, il ciclismo britannico si trovava in una posizione di relativa debolezza rispetto alle potenze tradizionali del ciclismo su strada, come Italia, Francia, Belgio e Paesi Bassi.

Anche se c’erano talenti singoli e una tradizione consolidata nel ciclismo su pista, in quello su strada la Gran Bretagna non era ancora riuscita a competere ai massimi livelli. L’arrivo di Brailsford con il Team Sky nel 2010 segnò un cambiamento radicale in termini di successi internazionali anche grazie alla creazione di una struttura e di un approccio scientifico che avrebbero rivoluzionato il volto del ciclismo britannico e mondiale.

Miglioramento marginale

Brailsford ha dimostrato che piccole migliorie quotidiane, fatte con costanza e precisione, possono accumularsi nel tempo e portare a risultati straordinari. La sua filosofia si basa su un concetto molto semplice: migliorare dell’1 per cento ogni giorno. Un miglioramento che potrebbe sembrare marginale, quasi invisibile, ma che, se applicato in modo sistematico e su larga scala, ha un impatto enorme. Pensiamo, per esempio, a cosa succederebbe se migliorassimo ogni aspetto della nostra vita di un solo punto percentuale ogni giorno: lavoro, salute, relazioni, studio.

Alla fine dell’anno, quel piccolo miglioramento accumulato si tradurrebbe in una trasformazione sostanziale. E se provassimo ad applicare lo stesso principio alla sfida di rilanciare il progresso economico, culturale e sociale delle nostre città? Immaginate di avere una visione chiara, una direzione di cambiamento che possa davvero incidere sul nostro futuro, e di migliorare in quel senso dell’1 per cento ogni giorno.

Come potrebbe evolvere la nostra società nel prossimo decennio, se migliorassimo ogni giorno dell’1 per cento in tutti gli aspetti che riguardano il nostro paese? Forse potremmo rivoluzionarlo, agendo anche dal basso e non soltanto attraverso leggi e politiche centrali. Il cambiamento che sogniamo non deve essere necessariamente un salto improvviso, ma un percorso continuo di piccoli passi che, uniti, producono un impatto profondo e duraturo.

Facendo leva su questa teoria possiamo guardare a un’agenda progressista che unisca buona amministrazione, contatto con il territorio, contributo della ricerca e un governo sostenibile del progresso tecnologico e dell’intelligenza artificiale.

La buona amministrazione 

Iniziamo dalla buona amministrazione. Ogni cambiamento significativo inizia con la gestione efficiente e trasparente delle risorse pubbliche. Questo significa ridurre le inefficienze e combattere la burocrazia. Ma implica anche ascoltare i territori, rispondere alle esigenze reali delle persone e offrire soluzioni. Servono amministrazioni che mettano la trasparenza e la fiducia al centro del loro operato.

Se riuscissimo a migliorare dell’1 per cento ogni giorno nella qualità dei servizi pubblici, nella trasparenza, nell’efficienza delle amministrazioni locali, avremmo un paese più giusto e più inclusivo. Ogni piccolo miglioramento in questo campo, sommandosi nel tempo, avrebbe un effetto moltiplicatore sulla qualità della vita e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Il territorio

Il contatto con il territorio è un altro pilastro fondamentale per un’agenda progressista. Ogni regione, ogni città, ogni piccolo comune del nostro paese ha caratteristiche e risorse uniche, necessità diverse e potenzialità enormi. È proprio a partire da queste realtà che dobbiamo costruire un futuro sostenibile. Le politiche pubbliche non devono essere progettate solo nei palazzi del potere, ma devono nascere e crescere insieme ai cittadini.

Immaginate se, in ogni comune, ogni amministrazione si impegnasse a migliorare costantemente i suoi servizi, la sua capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini, o il suo impegno nella sostenibilità. Anche qui l’accumulo di piccoli passi ci porterebbe, con il tempo, a risultati straordinari.

Innovazione 

La ricerca e l’innovazione sono il motore che guidano il progresso. Senza di esse non c’è futuro. La ricerca scientifica e tecnologica non è un settore di nicchia, ma un campo in grado di trasformare profondamente la società. E non parliamo solo di grandi scoperte, ma anche dei progressi quotidiani che avvengono nei laboratori, nelle università, nei centri di ricerca.

Le innovazioni scientifiche, tecnologiche e sociali che nascono in questi luoghi, la ricerca applicata alle politiche pubbliche, all’industria, alla salute, e all’ambiente rappresentano la base su cui progettare e costruire futuro. Le università italiane, i centri di ricerca, le imprese tecnologiche possono lavorare insieme per innescare un miglioramento continuo per una crescita solida e duratura.

Tecnologia e Ia 

Infine, non possiamo ignorare la sfida di un governo sostenibile del progresso tecnologico e dell’intelligenza artificiale. Se riuscissimo a gestire l’intelligenza artificiale e il progresso tecnologico in modo sostenibile, applicando principi etici che pongano l’essere umano al centro, potremmo guidare l’Italia verso un futuro non solo tecnologicamente avanzato, ma anche equo e giusto.

Immaginate di migliorare ogni giorno dell’1 per cento anche nelle capacità di affrontare le sfide legate all’intelligenza artificiale, di regolamentare le tecnologie emergenti, di garantire che queste innovazioni siano al servizio del bene comune. Se ci riuscissimo, diventeremmo un modello di riferimento per un progresso che rispetta i diritti, la privacy e la dignità di ciascuno.

Possibilità concreta 

Il cambiamento non è solo una speranza, ma una possibilità concreta grazie alle esperienze e alle pratiche già attive nei territori. Non servono rivoluzioni improvvise o soluzioni che promettono miracoli, ma il coraggio di fare un piccolo passo ogni giorno, di affrontare le sfide con determinazione, di guardare al futuro con ottimismo. Accanto a questa filosofia di azione, sono di altrettanto fondamentale importanza due ulteriori ingredienti.

Da un lato, politiche di mantenimento dei miglioramenti conseguiti perché il valore prodotto non si disperda nel tempo, ad esempio a seguito dei cicli di alternanza politica: assieme possiamo sviluppare «infrastrutture di sapere e istituzionali» che contribuiscano a conservare il valore e i risultati ottenuti nel corso degli anni, e a farli evolvere nel tempo.

Dall’altro lato, occorre imparare ad affrontare eventi inaspettati e imprevisti senza che questi possano demotivare o distogliere l’attenzione dagli obiettivi di lungo periodo. Lo stiamo già facendo, è la città possibile che amministratori e cittadini determinano ogni giorno, è quella che raccontiamo in questo libro, perché venga fatto sempre di più.


Il testo è un estratto da Città possibile. Idee e pratiche per una politica urbana trasformativa. Dal 16 settembre il volume sarà sia scaricabile gratuitamente dal sito di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli che disponibile gratuitamente in formato cartaceo fino ad esaurimento copie nelle due librerie Feltrinelli di Milano Pasubio e Bologna Ravegnana.

Copy 2025 Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

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