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Il regista Nabil Ayouch: «Racconto l’arte sovversiva delle donne marocchine. Con i film si può combattere»

Nabil Ayouch e Nisrin Erradi, protagonista di Everybody Loves Touda, a Cannes
Nabil Ayouch e Nisrin Erradi, protagonista di Everybody Loves Touda, a Cannes

Nel suo ultimo film Everybody Loves Touda il regista francomarocchino si concentra sulla figura di una cheikha, artiste popolari del paese: «Queste donne cantano da secoli storie di resistenza, racconti epici o altamente politici. Hanno fatto parte di tutte le lotte della storia del Marocco»

Il regista francomarocchino Nabil Ayouch continua a esplorare i tabù del Marocco contemporaneo con Everybody Loves Touda, nella sezione Première del festival di Cannes. Dopo aver affrontato il jihadismo in Les Chevaux de Dieu (Un Certain Regard, 2012) e la prostituzione in Much Loved (Quinzaine des réalisateurs 2015), è la volta delle cheikhate: delle artiste popolari del canto tradizionale tanto affascinanti quanto vituperate. La protagonista Touda resiste. Rifiutando di essere una preda, manti

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