Fabio Volo sprinta e guida la classifica dei libri più venduti alzando la quota del mercato. Che ha cambiato forma in seguito alla pandemia. Ha una testa più piccola, e cioè vendono meno i primi titoli, i best seller, e un corpo più grande. E cioè si vende un maggiore numero di titoli intermedi. Si allarga la vendita del catalogo. Che è l’effetto di Amazon e delle altre piattaforme sul mercato.

L’indignazione

Comunque Volo parte forte, sebbene con meno copie che in passato, e fa il vuoto. Il suo libro è allegro e leggero. Ben scritto. Come ha certificato la bella recensione che ne ha fatto un critico severo come Walter Siti su Domani.

Era il 2001 quando in tutte le librerie italiane s’affacciava Esco a fare due passi, il suo primo romanzo. All’inizio il binomio di parole Fabio Volo – romanzo non suonava nella stessa frase: in molti pensavano che si sarebbe trattato della meteora di un imbucato nel mondo dell’editoria. Via via, il successo di un suo libro dopo l’altro innervosiva le professoresse democratiche e feriva l’orgoglio di scrittori meno vendenti. I lettori forti allargavano le braccia, sconsolati, anticipando il gesto apotropaico di Khaby Lame.  

Siamo in un paese di tifosi che ha fatto le squadre anche per i libri e ha stabilito che Volo non appartiene al campionato della cultura. Se andiamo avanti così, signora mia, finirà che parteciperà al premio Strega anche un romanzo di Fabio Volo.

Una vita nuova

Dopo vent’anni di scrittura e dodici romanzi, a oggi Volo ha venduto oltre 8 milioni di copie solo in Italia e i suoi libri sono tradotti in molti paesi del mondo. Per esempio in  Germania, paese dove nessuno sapeva chi Volo fosse, da un editore chic come Diogenes. In Una vita nuova, edito da Mondadori, ci sono amore, leggerezza, amicizia, risate, voglia di ritrovarsi e di stare bene insieme. Temi a lui cari, a cui dona nuova luce.

L’amicizia che fa questa storia è quella tra due uomini di quarant’anni dalla vita incagliata. Come tanti loro coetanei, Paolo e Andrea hanno problemi sentimentali e bisogno di leggerezza. L’occasione che li fa incontrare è un viaggio attraverso l’Italia su un’auto rossa. Non la Lancia Aurelia del Sorpasso di Dino Risi ma una spider sfigata, da poveri, la vecchia Fiat 850.

Con il vento tra i capelli, la mano fuori dal finestrino e la colonna sonora della loro giovinezza in sottofondo, i due ritrovano il senso dell’esistenza e scoprono come sia possibile passare dal dovere al volere, dal pensare al sentire, dal pudore alla tenerezza. Un balsamo contro la tristezza pandemica. Una volta si diceva, semplificando, Volo vende perché è un personaggio televisivo.

Falso. Volo era assai più forte in radio che in tv. E oggi che la televisione è un residuo del passato che interessa, per nostalgia, solo gli anziani, Volo continua a vendere i suoi romanzi. Soprattutto, ha scritto Siti, «sembra “uno che fa i libri come una pianta di zucca fa le zucche”, per usare una vecchia formula di Calvino; la sua naturalezza nel narrare lo rende qualcosa di diverso dal Midcult – non fa finta di essere uno scrittore pensoso, è davvero al livello dei propri lettori; o ha un’anima arredata Ikea, o la rimozione dentro di lui è così perfetta da non lasciar trasparire cicatrici né segni di sutura».

L’usato sicuro

Tra gli inseguitori: le ricette fatte in casa di Benedetta Rossi, il maialino della favola natalizia di J.K Rowling, il rosa antico del miracolo dell’amore di Sveva Casati Modignani, la felicità del lupo di Paolo Cognetti, il prete ammazzato di Cristina Cassar Scalia, il sicario letterato di Stephen King, i bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni.

L’editoria già natalizia punta sui generi, l’usato sicuro: cucina, fiaba, rosa, thriller. Persino il lupo, che mancava da un secolo, sembra aver fatto ritorno. Anche lui in cerca della sua felicità.

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