Sanguina ancora

Il pensiero può diventare la malattia degli uomini

Foto PIXABAY
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  • Nel corso degli anni ho letto libri, sono stato a teatro, ho visto film e opere d’arte, e ho ascoltato storie in varie forme. Ho cioè accumulato una quantità di informazioni e conoscenze sufficienti a illudermi che avrei saputo identificare un attacco di panico qualora mi fosse capitato di averne uno.
  • Dalla massa informe e inutile delle mie letture emergeva però il ricordo di una frase proveniente dal libricino di uno scrittore russo, Memorie del sottosuolo. Fëdor Dostoevskij o almeno il suo protagonista, si dice convinto che «essere troppo coscienti è una malattia, un’autentica, completa malattia».

  • In un suo recente libro, Paolo Nori afferma che ognuno ha il suo Dostoevskij.

Come ogni altro individuo della mia sottospecie, quella dei sapiens acculturati, nel corso degli anni ho letto libri, sono stato a teatro, ho visto film e opere d’arte, e ho ascoltato storie in varie forme, alcune anche vere e dalla viva voce dei loro protagonisti. Ho cioè accumulato una quantità di informazioni e conoscenze sufficienti a illudermi – almeno fino alla scorsa primavera – che avrei saputo identificare un attacco di panico qualora mi fosse capitato di averne uno. Non che in precede

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