festival del cinema di venezia

La forza politica di Événement ha conquistato il Leone d’oro

LaPresse
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  • Non mi sarei mai aspettata il Leone d’oro a L’événement. Non conosco nessuno che in questi giorni lo contemplasse nella esigua rosa dei film “papabili”.
  • La “tegola buona” di questo Leone d’oro non merita di essere avvilita con la retorica sul cinema “al femminile”. Chiaro che mentre le donne polacche scendono in piazza da mesi e negli Usa i medici antiabortisti sono in crescita esponenziale un film così è un atto politico.
  • Quelli che… tifano ai Festival come per le partite ai mondiali, e contano i gol azzurri, non li capisco. C’è da brindare per il Gran Premio della Giuria a Sorrentino, per il Mastroianni al suo Filippo Scotti, per l’acuto premio speciale a Il buco di Frammartino. Non perché sono italiani, perché sono bellissimi film. Toni Servillo perdoni i giurati, se può: resta comunque quel gigante che è.

Forse non è interessante, anzi senz’altro non lo è, ma ho smesso di piangere solo dopo mezz’ora che sui Leoni di Venezia 78 era calato il sipario. Ho imparato a evitare i pronostici, perché non è uno sport divertente. Non vado a caccia di indiscrezioni. E soprattutto era insensato provare a entrare dentro la testa di un presidente di giuria come Bong Joon-ho, che prima di far inginocchiare ai suoi piedi tutta la Hollywood che conta per Parasite ha girato scherzetti come Snowpiercer, Memorie di

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