Il festival valorizza una storia di donne, ma non Parthenope di Sorrentino o lo splendido Emilia Pérez (che almeno ha racimolato due premi, tra cui quello di miglior attrice per la meravigliosa Karla Sofìa Gascon). Il dissidente iraniano Mohammed Rasoulof forse avrebbe meritato più attenzione
Cosa potevamo aspettarci da Greta Gerwig, la regista più sopravvalutata (a suon di incassi) del pianeta, chiamata a presiedere la giuria di Cannes? Barbie, capofila del femminismo da salotto, ha premiato il cinema americano indie, le donne e le storie di donne. Non però di donne viste con l’occhio maschile di Paolo Sorrentino, che infatti non è stato considerato. Emilia Pérez, la mia Palma del cuore – che è anche il film più gratificante della combriccola – se non altro è stato il solo a racimol



