La letteratura della working class

Per raccontare la brutalità del capitalismo bisogna viverla

Photo by: Jan Woitas/picture-alliance/dpa/AP Images
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  • Alla linea, di Joseph Ponthus, è un’autobiografia in prima persona, la storia di un giovane uomo, proletario, istruito, colto, che s’impiega come lavoratore interinale nell’industria agroalimentare della Bretagna
  • Lo stile di Ponthus è libero, erratico, anarchico, lirico: è l’esito di un attrito continuo tra il resoconto del lavoro e le fughe mentali dallo sforzo operaio (nella cultura, nella poesia, nella musica)

  • Perché questo libro ha avuto tanto successo? Forse perché racconta la fabbrica come un’esperienza che potrebbe capitare a tutti

Lettori di tutto il mondo unitevi e leggete il romanzo del lavoro. Non abbiate timore del romanzo del lavoro. Perché esiste la classe cui dà voce. Perché quella classe è viva e vegeta, e ha molte storie da raccontare. Perché un romanzo operaio non può essere triste e non sarà mai noioso. C’è più vita, passione, amore, speranza in un romanzo operaio di quanto una filosofia ne possa sognare. A patto che quel romanzo esponga un’autentica voce working class. E c’è vita, passione, amore, speranza

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