C’è bisogno di ridestare nella filosofia di oggi, troppo intenta a stilare glosse sull’esistente, la capacità di sfidare i limiti del nostro mondo. Se le teorie di Spinoza e Leibniz ci offrono cataloghi di verità da approfondire, è perché avevano il coraggio di flettere i limiti del credibile e di sfidarli.
Quando Ludwig Wittgenstein scriveva che «i limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo», intendeva enucleare un’intuizione solo in apparenza complicata: tutto quanto noi vediamo, sentiamo, apprendiamo, e persino amiamo e odiamo, dipende in larga parte, se non in tutta, dalle parole di cui facciamo uso. Il nostro universo percettivo ed emotivo è tanto più sofisticato quanto più ampio il repertorio di termini che si posseggono per pensarlo e darne descrizione: non sapremmo cos



