Dialogo con Marino Sinibaldi

La necessità di servizi pubblici per recuperare il valore dei beni comuni

  • La lettura in pandemia ha resistito per la sua felice ambivalenza: un dispositivo di evasione dall’angoscia che ci stringeva, di compensazione di una socialità inibita altrove, ma anche modalità di isolamento.
  • I maggiori intellettuali in questi mesi non hanno fatto che ribadire quello che già dicevano, come se un evento così apocalittico non potesse che confermare schemi ideologici preesistenti. Ora è il momento delle idee e pratiche nuove, all’altezza dei tempi.
  • C’è una grande necessità di “servizi pubblici”. Nella sanità, come nell’istruzione o nei trasporti, e nell’informazione. Negli ultimi mesi in Rai mi è spiaciuto che non ci sia stata nessuna condivisione di questa necessità.

Ombre rosse e Linea d’Ombra, riviste storiche; dodici anni alla direzione di Rai Radio 3; altri quattro al vertice del Teatro di Roma; oggi presidente del Centro per il libro e la lettura con la rassegna Libri come all’Auditorium. Il dialogo con Marino Sinibaldi non può che muovere dai “titoli ed esami” di chi ha goduto degli osservatori giusti per farsi un’idea dell’Italia di prima e magari del dopo. E allora partiamo da qui, dall’aggettivo che useresti per raccontare il paese dopo la prima

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