Il cinema si deve schierare. Sono mesi che a ogni manifestazione culturale nascono polemiche sulla partecipazione di personaggi israeliani e russi. Questa volta è stato il turno della Mostra del Cinema di Venezia. Ancora prima che iniziasse, l’evento si è acceso grazie al collettivo Venice4Palestine e alla sua raccolta firme. Più di 1.500 rappresentanti dello spettacolo, hanno chiesto alla Biennale (l’ente che organizza la kermesse) di prendere posizione contro lo Stato di Israele ed escludere l’attore Gerard Butler e l’attrice Gal Gadot. I due sarebbero colpevoli di essere troppo vicini al governo israeliano. La Biennale ha rifiutato la richiesta ma in ogni caso le due star del cinema non si sono presentate sul red carpet veneziano.

Tanto è bastato per accendere i riflettori sul legame tra arte e attualità. È una questione che ciclicamente torna alla ribalta, non solo nel cinema. Nello sport da mesi ormai si chiede l’esclusione di Tel Aviv da tutte le competizioni internazionali, così come è stato fatto con la Russia. Poi c’è la musica con il direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev, il cui concerto di fine luglio 2025 alla Reggia di Caserta era stato annullato dopo infinite polemiche.

Nella nostra newsletter quotidiana Oggi è Domani, abbiamo chiesto a lettrici e lettori cosa ne pensano ed ecco cosa è emerso.

TUTTI (O QUASI) CHIEDONO UNA PRESA DI POSIZIONE

«L’arte vive dell’oggi, nasce e si nutre dell’esperienza, dei sentimenti e delle emozioni che la vita muove. L’arte si schiera sempre, perché porta alla luce sentimenti, cerca la verità, la cruda verità. Se no non è arte». Questo parere di un lettore riassume l’opinione della stragrande maggioranza delle risposte. Pochissime le opinioni di segno contrario, come quella di un lettore che dice: «Diversamente dallo sport l'arte non ha necessariamente una componente identitaria e nazionalista esplicita».

Secondo l’opinione largamente prevalente invece l’arte non è separabile in alcun modo dall’attualità. Per definizione l’arte presuppone una presa di posizione. Per alcuni prendere posizione è una necessità: «L’arte è lo specchio di un’epoca, e sarebbe un peccato che riflettesse proprio l’incapacità di schierarsi di chi ha una voce forte ma non usa come dovrebbe». Di conseguenza chiunque si schieri a favore dell’oppressore è giusto che venga escluso a parere della maggioranza.

È UNA QUESTIONE POLITICA

Secondo alcuni lettori, dato che l’arte non può essere separata dall’attualità questo ne fa anche una questione politica. «L'arte, e aggiungerei anche lo sport, sono politica. Credere e far credere che l'arte faccia parte di un mondo parallelo è sintomo di superficialità», afferma un lettore. Per un altro invece l’arte deve prendere il posto della politica, là dove questa è venuta meno: «La cultura deve far sentire la sua forza ideale e potenza umanitaria alternativa ad una politica rivelatasi incapace e fallimentare». Secondo alcuni invece non è una questione di schieramento politico, «si tratta di salvaguardare il concetto di umanità».

POSIZIONE SI, MA SENZA ESCLUDERE

Tra chi concorda sul fatto che l’arte e attualità siano due facce della stessa medaglia, c’è però anche chi non crede che questo debba portare all’esclusione di qualcuno. «Un'Istituzione culturale, nel nostro ordinamento democratico, ha l'onere di assicurare la libertà di espressione e il dovere di non escludere». O ancora: «Non è possibile tenere distinta l'attualità dall'arte, non sarebbe più arte ma intrattenimento. Tuttavia, non vanno esclusi artisti con idee non condivisibili». La richiesta in questo caso è mantenere gli spazi aperti che solo le iniziative culturali sanno garantire: «Idee e ideologie espresse personalmente dagli artisti non devono essere un pregiudizio di chiusura».

GLI ALTRI SONDAGGI

La settimana scorsa abbiamo chiesto ai nostri lettori quale film rappresenti meglio la loro estate: c’è chi ha scelto i grandi classici e chi invece ha preferito le scoperte più recenti.

In precedenza avevamo chiesto quale fosse la colonna sonora estiva dei nostri lettori e quale libro avrebbe fatto loro compagnia nei mesi di vacanza. In entrambi i casi un viaggio tra la cultura pop e pezzi di memoria personale. 

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