In attesa della rentrée littéraire di settembre in agosto non succede mai niente. Un agosto davvero strano ha invece terremotato il mondo dei libri e la classifica che ne rileva il mercato. Un terremoto tale da interrompere le vacanze di questa rubrica, anticipandola di una settimana.

Che succede? Succede che il libro paracadutato in testa alla classifica di questa settimana - generale e della saggistica - si intitola Il mondo al contrario e, come tutti sanno, l’ha scritto e autopubblicato un vero generale, comandante della Folgore, il generale Roberto Vannacci. Non era mai accaduto che un libro selfpublishing e distribuito solo da Amazon fosse primo in classifica.

In questo libro è raccontata questa scena di dissennato e spudorato razzismo. «Fu nel 1975 a Parigi che per la prima volta cominciai a venire a contatto quotidianamente con persone di colore. Mi ricordo nitidamente quanto suscitassero la mia curiosità tanto che, nel metrò, fingevo di perdere l’equilibrio per poggiare accidentalmente la mano sopra la loro per capire se la loro pelle fosse al tatto più o meno rugosa della nostra». Oltretutto questa candida mano morta da caserma assomiglia molto a una confessione.

Ecco, perdonate il biografismo, mio padre era un capitano dei parà della Folgore, durante la seconda guerra mondiale, un ufficiale che contribuì a liberare l’Italia dal nazifascismo risalendola assieme agli Alleati. Ecco io ho sempre diffidato di militari e divise, sono di Modena, sede dell’Accademia, e di divise ne ho viste spesso. Non ho fatto il militare, ai miei tempi obbligatorio, ho obiettato, più per cultura che per coscienza.

Mio padre, di pensiero liberale, rispettava la mia diversità, mi raccontava il disagio psicologico e culturale di giovani militari che si erano ritrovati a combattere una guerra con alleati poi diventati nemici, mi raccontava dei lanci in azione, del dolore per i tanti compagni abbattuti.

Io ho dedicato la mia vita sedentaria ai libri e mai mi lancerei da un aereo in volo con un paracadute. Perché bisogna avere coraggio. Ma soprattutto occorre saperlo fare. Essere addestrati. Con studi rigorosi del volo, dei venti, della fisica dei corpi e il proprio di corpo deve essere strutturato da allenamenti durissimi.

Spericolato

Allo stesso modo per scrivere un saggio bisogna essere addestrati, da studi rigorosi e allenamenti strutturanti faticosissimi. In biblioteca. Ecco il generale è stato spericolato a scrivere un libro, come lo saremmo noi a lanciarci irresponsabilmente con il paracadute.

Il generale si schianta a terra senza paracadute con una sfilza di affermazioni apodittiche omofobe, razziste, misogine. È  terrorizzato dal diverso, dalla cultura, dal moderno. Cos’è l’estraneo, cos’è lo straniero? La paura del diverso e della diversità nascono dalla pretesa natura costitutiva dell’identico e dell’identità.

La radice latina è la stessa, indica ciò che è uguale all’originale. È identico a me, e dunque ha la mia stessa identità, solo chi parla la mia lingua, chi si riconosce nella mia storia, chi mangia secondo le mie abitudini, chi ha lo stesso colore della pelle, chi prega il medesimo dio.

Gli omosessuali, insegna il generale, «non sono normali». Le persone di altro colore, come Paola Egonu, non rappresentano «l’italianità». Anche se Egonu è cittadina italiana, nata in Italia. Normali, secondo il generale, non sono neppure le coppie arcobaleno.

«Quel pensiero spaventato dalle modernità (in cui sono compresi i pensierini di un generale) non ferma i tempi ma li rallenta e li avvelena. E nel frattempo genera sofferenze dove ci sono libertà non accolte, diritti e desideri non riconosciuti, repressi, apertamente odiati (secondo il sentimento che il coraggioso militare avrebbe virilmente sdoganato)» ha giustamente notato Marino Sinibaldi nel suo podcast sul Post.

Il resto del paese

Il punto però è che questo libro comanda la classifica. Come ha sondato Ilvo Diamanti su Repubblica questo accade perché il 40 per cento dei cittadini italiani esprime un sentimento di preoccupazione, e, talora, paura, verso gli immigrati. Così come le adozioni da parte di coppie omosessuali, a loro volta, dividono l’opinione pubblica nazionale a metà. In parti quasi uguali. Mentre gli episodi di violenza sulle donne si moltiplicano a ogni tg. Omofobia, misoginia e razzismo dividono a metà il nostro paese.

Tanto che nel terremoto agostano, segnato e agitato anche dalla sua morte, al secondo posto sta un libro di Michela Murgia Tre ciotole, Mondadori, che era in prima posizione nella settimana ferragostana, quella in cui persino Gfk è in ferie, e prima che il generale si paracadutasse nel mercato editoriale.

Che ne avrebbe detto e scritto Murgia del libro del generale? Purtroppo la sua scomparsa ci impedisce di saperlo, ma non di immaginarlo. Piuttosto che ne pensano intellettuali conservatori nel pensiero, ma strutturati ad usarlo, come Marcello Veneziani, Pietrangelo Buttafuoco, Giordano Bruno Guerri, Alessandro Giuli?

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