Non si può rinchiudere Michela in una definizione, perché ci sarà sempre qualcosa che sfugge e si dimentica. Sembrava sostenere tutti, ma allo stesso tempo era anche fragile nelle sue meravigliose contraddizioni
«Amo la Pasqua. Nascere sarà pure bello, ma risorgere mi è sempre parso meglio». Mi aggrappo a un messaggio di un anno fa di Michela per scrivere di lei e per chiedermi con lei, nel momento della sua morte arrivata feroce, nonostante tutto inattesa, cosa significhi risorgere, rinascere. Per ciascuno di noi, nella sua individualità, e per quello che siamo insieme. Una comunità di lettori, intellettuali, militanti, cittadini, amici, che restiamo senza di lei. Senza le sue parole, la sua parola.



