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Il potere di Mark Zuckerberg e il barbiere di Ariosto

Rembrandt van Rijn, Allegory of Touch 1624-1625 (Wikipedia)
Rembrandt van Rijn, Allegory of Touch 1624-1625 (Wikipedia)
  • Il rivelatorio blackout di lunedì 4 ottobre, che ci rammenta quanto è vasta l’umanità che si affida oggi a un singolo editore che accentra ogni controllo sui contenuti, mi ha fatto pensare a una poesia di Mandelstam su Ariosto, che dice: «Il potere è ripugnante come le mani del barbiere».
  • Il rasoio è un’arma che pare meno pericolosa nelle mani di un professionista: quelli moderni che abbiamo in casa sono pieni di guarnizioni per non farci del male.
  • Se Mark Zuckerberg ammettesse di essere un editore, un barbiere che esige che gli ci si ceda, che gli ci si affidi, non è detto che smetteremmo di farci radere da lui, ma almeno non crederemmo più di essere soli e al sicuro sulle sue piattaforme.

Mi metto a scrivere queste righe di lunedì e non so per certo se Facebook e le altre piattaforme di Zuckerberg torneranno online quando il pezzo sarà stampato sul giornale. Contattare la redazione (ma anche mia mamma, mio zio, la mia amica del cuore) in Italia è improvvisamente complicato, perché non sono mai stato su quest’altro lato dell’Atlantico senza WhatsApp. E dire che mi ero appena messo d’accordo col direttore per organizzare dirette video dall’account Instagram di Domani… Il mezzo n

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