Gentile Giulia,

sono un signore attempato, ma ciononostante non ho ancora rinunciato all’amore. Sono matto? Sono rimasto vedovo tanti anni fa e ora che di anni ne ho quasi come le gambe delle donne (se se ne intende di smorfia napoletana), ho conosciuto una donna che vorrei frequentare romanticamente. Temo di essere troppo vecchio per sedurre una signora, ma ci siamo conosciuti a una riunione di condominio e siamo entrati subito in sintonia. Mi piacerebbe invitarla a prendere un caffè, ma non vorrei sembrare troppo audace o, peggio ancora, non vorrei essermi immaginato un’intesa che non esiste. Non ho intenzioni scandalose, se non fare amicizia con una vicina di casa simpatica e di bell’aspetto, che è rimasta a sua volta da sola. 

Lei cosa ne pensa? Rischio di rendermi ridicolo e azzardo un invito? O me ne resto tra le mie quattro mura a farmi i fatti miei? Io penso che tentar non nuoce, ma magari sono troppo fuori allenamento per certe cose. 

F.


Caro F.,

lei è un uomo delicatissimo (se si intende di Christian De Sica) ed è con grande piacere che le rispondo con un caloroso incoraggiamento a citofonare alla signora che ha fatto breccia nel suo cuore. Non vedo come un invito cordiale possa rimanere sgradito, soprattutto se viene da una persona discreta come lei. Nessuna controindicazione, dunque, per quanto riguarda l’invito casalingo: se siete sopravvissuti insieme a una o più riunioni di condominio avrete sicuramente qualcosa di cui parlare e ridere (o piangere) insieme. 

Voglio rassicurarla ulteriormente e dirle che a 77 anni si è sicuramente troppo vecchi per una serie di cose (il bungee jumping, le droghe sintetiche, i programmi di Alessandro Cattelan) ma di certo non si è troppo vecchi per innamorarsi o anche solo per fare amicizia. Ogni scusa è buona per sentirsi un po’ meno soli, non c’è niente di ridicolo in questo. Per quello che vale, ha la mia benedizione: spero che leggendo questa lettera abbia già messo sul fuoco una moka per due. 

Giulia

Cara Giulia,

ho 27 anni e sono in una relazione monogama da quando ne avevo 19. Sono tanti anni, lo so, ma sono sempre stata bene con lui. Ci conosciamo a fondo, non abbiamo segreti, siamo l’uno la famiglia dell’altra. È una cosa bellissima e rara di cui sono molto grata, ed è per questo che spesso mi sento in colpa. Mi sento in colpa perché sento, ormai da un anno, che mi sto accontentando. È una cosa orribile da pensare e me ne vergogno molto, so che ci sono persone che pagherebbero per avere quello che ho io: un amore stabile e incondizionato con il proprio migliore amico. Eppure non riesco a togliermi di dosso questa sensazione di essere arrivata alla fine di qualcosa e ho paura di chiedermi per sempre cos’altro c’è là fuori. Il mio compagno è una persona meravigliosa e non potrebbe fare niente di più di quello che già fa per togliermi questa ansia, anche per questo non riesco a parlargliene. Ho paura che ne soffrirebbe troppo. 

Pensi che sia una cosa passeggera? Devo solo tornare in me?  

M.


Cara M.,

credo che tu non ti stia accontentando, quanto piuttosto annoiando. Che va benissimo, è successo a tutte, non c’è niente di cui vergognarsi o pentirsi o autoflagellarsi. Nasci, cresci, ti annoi e muori: è il ciclo della vita, non puoi scappare. Ora, considerato che sei molto giovane, ritengo che la tua noia sia un po’ precoce. O meglio, la tua noia è perfettamente in orario, ma la tua disponibilità a soccombervi secondo me va rimandata. Gli amori, anche i più felici e solidi, a volte purtroppo finiscono. Non è colpa di nessuno.

La verità è che qualsiasi relazione, presto tardi, cede un po’ il passo alla noia (possiamo chiamarla abitudine, per essere più buoni). Anche qui non c’è niente di male, nell’abitudine si sta comodi e si hanno diversi vantaggi. Ma quell’inquietudine che provi adesso è un chiaro indicatore che per te non è ancora arrivato il momento di cedere alle ciabatte e al mollettone per capelli. Vuoi stare ancora scomoda per un po’ e questo è sacrosanto. 

Io non ti conosco, non so se questa possa essere una fase o meno, ma statisticamente sarei portata a scommettere che ti sei solo rotta le palle di stare con la stessa persona da troppi anni e che presto o tardi vi lascerete (tu tentennerai, cercherai di non fare male a nessuno, ma alla fine quel dubbio di scoprire cos’altro ha la vita in serbo per te si trasformerà in un’ossessione invalidante o in un paio di corna). Quindi il mio consiglio è: soppesa le tue palle rotte e portale nel mondo, se te la senti. Avrai di certo molte altre occasioni per annoiarti. 

Giulia

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