Sta al secondo posto questa settimana Zerocalcare col suo romanzo flusso di coscienza a fumetti Quando muori resta a me per Bao, perché al primo assoluto e della saggistica c’ è Il vaso di pandoro di Selvaggia Lucarelli, che per paperfirst – la società editoriale del Fatto - riracconta il grande romanzo popolare della nostra epoca, quello della ascesa e della caduta della royal couple dei Ferragnez. Un romanzo dove si mischiano e si moltiplicano i followers, si mischiano e si invertono le cause e gli effetti.

Selvaggia Lucarelli si autodefinisce scrittrice e podcaster per gli amici. Influencer e blogger per i nemici. Che sono tanti in entrambi gli schieramenti. Per il cortocircuito creato dalla sua attività giornalistica, i suoi followers (1.3 su Instagram), la sua partecipazione giudicante a Ballando, i suoi libri, la sua attività di fact checking, di ostinata smascheratrice dei veli che sulla scena dei media opacizzano la finzione della realtà e la realtà della finzione. Come fossimo in un libro dei simulacri anni Ottanta del filosofo Baudrillard.

Followers su followers, i protagonisti del libro di Selvaggia, Chiara e Fedez, hanno 29 milioni di followers lei, 14, 4 lui. Divisiva anche Chiara Ferragni. Amata e odiata; elogiata come esempio per le giovani generazioni, icona femminista, simbolo di empowerment femminile e criticata aspramente per le sue scelte di vetrinizzazione della vita personale, ostentazione della ricchezza, di imprenditorialiatà fondata sulla propria auto-mediazione.

La storia è nota e riguarda anche il nostro giornale. Nel dicembre 2022 Selvaggia Lucarelli pubblica su Domani un articolo che smaschera la finta beneficenza legata alla collaborazione tra Chiara Ferragni e Balocco.

I consumatori venivano spinti a pensare che più pandori si acquistavano più fondi sarebbero andati all’Ospedale Regina Margherita di Torino, ma non era così. Balocco aveva donato 50.000 euro, a prescindere dalle vendite, Chiara Ferragni avrebbe guadagnato un milione per aver fatto da testimonial. Dopo un anno è arrivata prima la sanzione dell’Antitrust e poi le indagini giudiziarie per truffa. Selvaggia fa centro.

Crolla la reputazione, crolla il modello di business, scappano le aziende, si sfanculano e si disintegrano i Ferragnez, piuttosto sputtanati. Chiara prova a usare la tv che però, dalla partecipazione a Sanremo fino alla intervista di mezze scuse e mezza assoluzione da Fazio, è mezzo che non sa usare.

Ora il libro di Lucarelli è mezzo inchiesta veridittiva e mezzo saggio riflessivo su influencer e comunicazione. È interessante ciò che si scopre sugli studi dei protagonisti: Fedez ha la terza media, e nessuno degli altri protagonisti, anche se si nomina spesso la Bocconi, completa un curriculare ciclo di studi.

Tranne il mitico Riccardino, fidanzato e manager degli inizi ferragneschi. Come dicevano anche le nonne: bisognerebbe studiare di più. Sia economia, sia narrazione. Almeno alla Holden di Baricco che ora è riconosciuta anche come triennale universitaria.

Si eviterebbero sciagurati errori di comunicazione che si sa è spietata, e se sbagli il primo colpo, non puoi più rimediare e ci rimani sotto per sempre. Si sarebbe potuto migliorare anche la noia dello storytelling narratologicamente effettivamente un po’ statico.

Lucarelli usa in exergo una frase del grande letterato Jean Starobinski che spiega tutto.

«Vi è un lato oscuro nel dono, nella carità, nella beneficenza che deriva dal loro essere un prodotto della disuguaglianza: l’accumulo della ricchezza permette ai privilegiati di presentarsi come generosi elargitori di benefici che creano in chi li riceve un sentimento di gratitudine, che a sua volta si trasforma in accettazione della disparità.»

La classifica della saggistica

Insomma, in attesa dei libri di Fedez e di Chiara sulle loro verità, ci saranno, ci saranno, passiamo oltre perché possiamo leggere altro. Baudrillard e Starobinski vanno benissimo, ma se ora il vostro mood è saggistico la classifica della settimana del settore propone alle spalle di Lucarelli propone in sequenza le autobiografie di Augias, Murgia, il Salvini pensiero, il sesso dei mafiosi di Saviano, il Berlusconi pensiero di Del Debbio. È un paese meraviglioso, il nostro.

© Riproduzione riservata