I greci ci parlano di VLadimir Putin

Dai greci a Putin, quella pulsione esistenziale che ci porta alla guerra sempre

Illustrazione Pixabay
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  • «La guerra è finita», dice Primo Levi ne La tregua. «Guerra è sempre», risponde il mercante ebreo di Salonicco, Mordo Nahum. 
  • «Guerra è sempre», anche se in Europa per decenni ci si è illusi che non fosse più. I conflitti che hanno bordeggiato il subcontinente erano percepiti come periferici, sia che lo fossero davvero, come le guerre nel vicino oriente, sia che non lo fossero affatto, come il conflitto nella ex Jugoslavia.
  • Con l’aggressione di Putin all’Ucraina partecipiamo a un terribile ritorno della storia. Ares, il dio greco della violenza, è al lavoro quando l’inumano della guerra è al suo culmine, quando il sangue dei combattenti si fa terra.

La tregua di Primo Levi è un gran memoir vitalistico, una fuga dalla morte, un pellegrinaggio, via dai i demòni dello sterminio mai davvero superati – ognuno per se stesso e il diavolo prende l’ultimo, recita il proverbio – ma pieno di voglia di vita: spostamenti, sogni, teatro (pièce di avanspettacolo su palchi scalcinati), cibo: leggendolo vien voglia di mangiare gli spaghetti al prezzemolo stracotti e pazzamente zuccherati, preparati dagli ebrei ungheresi. Si svolge in buona parte nei territ

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