Durante l’inaugurazione della 37esima edizione del Salone del Libro di Torino, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha espresso grande apprezzamento per la città, definendola «un’oasi di gentilezza». «Qua mi sento al sicuro», ha ironizzato riferendosi alle parole di denuncia pronunciate domenica scorsa da Elio Germano alla festa milanese Le sfide di Domani.

La manifestazione si svolge dal 15 al 19 maggio al Lingotto Fiere, occupa una superficie espositiva di 137.000 metri quadri, ospita oltre 890 stand e offre quasi 2.000 incontri. Il tema scelto dalla direttrice Annalena Benini per l'edizione 2025, “Le parole tra noi leggere”, rappresenta un omaggio al celebre romanzo di Lalla Romano e celebra l'incontro e il dialogo attraverso la parola scritta.

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La Regione ospite del Salone 2025 è la Campania. Il presidente, Vincenzo De Luca, si è detto «onorato di essere coinvolti in questo evento così importante. La nostra regione investe tantissimo nella cultura e nella letteratura. I ragazzi di oggi non possono soffermarsi sull'ansia da Twitter, che non trasmette nessun pensiero, ma ritrovare i veri valori. E i libri servono a questo».

Il Paese ospitato sono i Paesi Bassi: «Torniamo a Torino dopo 20 anni. L'Italia è uno dei maggiori mercati per la letteratura olandese, che viene tradotta, letta e amata. Grazie. Siamo qua anche grazie al grandissimo rapporto tra i nostri Paesi, una collaborazione che si basa su valori comuni, fiducia e un dialogo culturale che da secoli ci permettono di arricchirci a vicenda. Dai dipinti dei maestri olandesi nei castelli italiani, alle architetture italiane nelle città dei Paesi Bassi», ha dichiarato l'ambasciatore Willem van Ee.

Il ministro Giuli ha poi sottolineato il valore del Salone come esempio di «cultura popolare», evidenziando il successo crescente della manifestazione e la sua capacità di coinvolgere un ampio pubblico.

Gli investimenti sulla cultura, il piano Olivetti

Nel suo intervento, Giuli ha citato il concetto di «comunità» elaborato da Adriano Olivetti, sottolineando come il nuovo piano del ministero della Cultura porti proprio il nome di quell’imprenditore illuminato.

«Abbiamo investito 34 milioni di euro per il sistema delle biblioteche e la filiera dei libri», ha ricordato il ministro, ribadendo l’impegno del dicastero nel rafforzare il tessuto culturale nazionale. Non esclude inoltre un maggior impegno da parte del ministero verso le prossime edizioni del Salone.

«Servono ponti»

Rispondendo alle domande sulle critiche mosse da attori e registi al ministero della Cultura e alla lettera firmata dal mondo del cinema, Giuli ha dichiarato: «Non mi interessano le firme. Non mi interessano che siano pro o contro. Mi interessano i ponti. Quello che ha detto il comandante Favino per me è legge».

Facendo riferimento alle parole da Cannes dell’attore Pierfrancesco Favino, il ministro ha ribadito la necessità di dialogo e confronto: «Ha ragione il “comandante” Favino quando dice che bisogna dialogare. Servono ponti. Serve confronto. Non ho mai negato né mai negherò dialogo e confronto civile con chiunque abbia bisogno di un confronto con il ministero della Cultura e abbia bisogno di rassicurazioni e certezze in un sistema complicato di fronte a problemi che si devono e possono risolvere insieme».

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