Quest’estate si sono registrati rincari fino al 100 per cento sui prezzi di alcune varietà di frutta. Da un lato la colpa ricade sul calo della produzione, dall’altro sulle condizioni sempre più complicate del mercato globale, tra crisi climatica e guerre in corso. 

Il problema però non riguarda solo la frutta, ma tutti i beni che si acquistano al supermercato. I prezzi in crescita incidono sempre di più sulle scelte degli italiani nel carrello della spesa e le tecniche per affrontarlo variano. Chi smette di consumare alcuni prodotti specifici e chi invece va alla caccia di offerte speciali del giorno.
Nella nostra newsletter Cibo, abbiamo chiesto a lettrici e lettori cosa ne pensano e qual è la loro esperienza in fatto di acquisti alimentari. Ecco cosa è emerso.

L’aumento è reale

Tutti i nostri lettori confermano di aver riscontrato un effettivo aumento dei prezzi. «Da tempo registro un aumento continuo, non solo della frutta», si legge in una risposta che ci avete inviato. «È uno stillicidio» prosegue «il prezzo della carne poi è continuamente ritoccato». Anche se la frutta è sempre stata uno dei cibi più costosi da acquistare, lettori e lettrici sottolineano il rincaro dei prezzi su tutti i tipi di alimenti: «Se fino a qualche mese fa spendevo intorno a 40 euro a settimana ora spendo 60 euro».

Tecniche per arginare il problema

Da alcune risposte arrivano anche suggerimenti per superare il problema, per quanto possibile. Le tecniche sono varie, partendo dalla classica caccia allo sconto: «In genere cerco di sfruttare le offerte del supermercato», ci dice un lettore. C’è chi va alla ricerca dell’opzione di acquisto migliore girando per diversi punti vendita o chi opta per il fai da te: «Mi sto organizzando per cucinare alcuni cibi da sola, anche perché mi sono accorta che molti sono processati».

Altri propongono «piccoli frutteti casalinghi» o il caro vecchio chilometro zero che resta rimane l’opzione più romantica. Ma, come si legge in una risposta, «trascinarsi la frutta a casa fino a casa è faticoso». A riassumere la grande varietà delle idee dei lettori ci pensa uno di loro che ci dice: «Comprare solo frutta di stagione, italiana, fuori dalla grande distribuzione, eliminare gli sprechi, ridurre gli imballaggi. La grande distribuzione vive sullo schiavismo nella raccolta dei prodotti agricoli. Mangiare meno, mangiare meglio!».

Gli effetti del caro prezzi

C’è chi, pur riscontrando difficoltà, cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: «Per alcuni prodotti vedo che il consumo è diminuito. In questo caso un effetto positivo», sottolinea un lettore, aggiungendo che però questo non è un bene nel caso di frutta e verdura. Per altri l’aumento sarebbe utile se «significasse un salario più equo e un contratto reale per i raccoglitori», ma, conclude, «questo non accade».

La conseguenza più negativa? Risponde uno di voi: «È sempre più difficile trovare frutta buona, tantomeno frutta di stagione. Per esempio, i fichi sono rarissimi, non ho mai mangiato un'albicocca quest'estate e, ahimé, la frutta non è più quella che era un tempo».

GLI ALTRI SONDAGGI

Il 15 settembre Domani ha festeggiato il suo quinto compleanno: per l’occasione, abbiamo chiesto ai nostri lettori i di mandarci un messaggio di auguri

In precedenza avevamo chiesto in quanti avessero cambiato le proprie abitudini di vacanza durante l’estate: c’è chi non ha fatto ferie per i prezzi elevati e chi invece ha scelto di andare all’estero.

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