Per tutta l’estate si è discusso, come è normale, sui dati del turismo. Le immagini delle spiagge semi vuote hanno alimentato due scuole di pensiero: chi dice che la crisi del ceto medio ha costretto molti italiani a rinunciare o a ridimensionare le vacanze; chi invece sostiene che le abitudini degli italiani sono cambiate, si scelgono per le ferie altre mete e altri periodi dell’anno. Nessuna crisi del turismo, insomma, come ripetono dalle parti del governo.

Senza dati ancora resi noti, a farla da padrone sono le esperienze personali di ciascuno, divisi tra chi ha passato le ferie schiacciato all’ombrellone del vicino e chi invece ha sperimentato la solitudine dei campeggi estivi. Nella nostra newsletter quotidiana, Oggi è Domani, abbiamo chiesto a lettrici e lettori cosa ne pensano e qual è stata la loro esperienza, quest’anno, con le vacanze estive. Ecco cosa è emerso.

COSTRETTI A FARE SACRIFICI

«Durante le mie ultime vacanze sono stato costretto a cambiare le mie abitudini. Ho rinunciato a molte cene e pranzi nei ristoranti», racconta uno dei nostri lettori. La maggior parte di loro, se non quasi la totalità, concorda. Mancano ancora i dati che possano supportare le risposte arrivate, ma tutti partono da esperienze personali. «Ho notato tra i miei conoscenti meno facoltosi, giovani al primo impiego o con occupazioni precarie, ripieghi verso soluzioni più economiche o più brevi», dice un altro.

Secondo molti, la ragione è nella sparizione della classe media che ha provocato un problema che va oltre le semplici vacanze: «Non solo non si possono fare le vacanze, ma non si possono fare neanche le cose necessarie. È diventato difficile cambiare un infisso, sistemare un tetto, prendere una nuova auto». Un nostro lettore si dimostra preoccupato di un possibile collasso futuro di tutta la comunità. «Le persone non si curano più come prima, escono meno», continua, «d'altronde il costo di ogni cosa è ormai proibitivo, a meno che non si viva da soli».

Osservare i luoghi di villeggiatura di oggi, un tempo pieni, rende ancora più evidente il problema: «Le vacanze estive in Italia sono molto lunghe, ma tanto tempo fa mi sono accorto che sempre più italiani non possono permettersele», scrive un lettore. «Ho fatto le ferie in un campeggio in Cilento ma era mezzo vuoto. Vedendo quei bungalow senza nessuno dentro ho pensato alle famiglie rimaste in periferia, sotto la calura estiva. Tutte persone che avrebbero potuto riempirlo».

SIAMO DIVENTATI META PER STRANIERI RICCHI

Secondo il parere di molti, i prezzi sono diventati nel tempo sempre più alti, aumentati vuoi per necessità, vuoi per malafede, dagli albergatori in tutta Italia. «Sono alcuni anni che i prezzi degli alberghi e delle strutture in generale sono aumentati in modo spropositato». Ma, come sottolinea qualcuno, per le strutture che ricevono i turisti questo non è affatto un problema: il mercato turistico rimane, semplicemente cambia. Non ci sono più gli italiani a riempire le spiagge e le montagne della penisola ma i «turisti stranieri che possono permettersi cifre più alte».

Gli fa eco un’altra risposta: «Il turismo, non dovrebbe essere una questione di attirare più stranieri e più ricchi, spendendo milioni in inutile pubblicità, ma dovrebbe essere una questione di garantire a tutti una pausa, una possibilità al benessere». «La gente vera», si legge in una delle risposte, «è fuori, sulle spiagge libere».

IL SEGRETO: CAMBIARE PAESE

Saranno le cifre sempre più alte, o la necessità di fare vacanze sempre più brevi per un caro vita in aumento, ma secondo il parere di alcuni il segreto sta nel cambiare paese. «Ho fatto le vacanze in Germania», dice un lettore, «penso di aver speso poco più di mille euro in dieci giorni. Eppure, mi sfugge perché in Italia non sia così. Diamo prova di essere un popolo senza il minimo sguardo al futuro, al presente e alla comunità».

Non per tutti l’Europa è la meta più economica e c’è chi racconta che anche nei paesi vicini all’Italia i prezzi siano in aumento. Però rimane l’opzione del viaggio lontano, con una sola regola: il low cost. «La sensazione è che se non si passa dal campeggio convenga partire per mete più distanti dove poi, volo escluso, paghi pochissimo».

GLI ALTRI SONDAGGI

La settimana scorsa abbiamo chiesto ai nostri lettori se l’arte si debba schierare sulle questioni di attualità: la maggior parte crede di si, perché è nella sua natura.

In precedenza avevamo chiesto quale film rappresentasse al meglio la loro estate: c’è chi ha scelto i grandi classici e chi invece ha preferito le scoperte più recenti.

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