- Nel 1967, nel clima in cui maturò la drammatica rivolta cecoslovacca, fu convocato a Praga il Congresso degli scrittori. In quell’occasione Milan Kundera intervenne con una relazione che aveva per titolo La letteratura e le piccole nazioni.
- Nel corso del Novecento i processi di integrazione si sono intensificati e diviene problematico dare giustificazione della propria specificità in un mondo che tende all’omologazione. Riflettendo sul fatto che l’eredità della cultura classica e della tradizione cristiana appariva affievolita, anche in molti intellettuali, Kundera osservava una diffusa crisi di consapevolezza storica.
- Se l’occidente si fonda sull’ego che pensa e dubita, la civiltà del totalitarismo russo, scrive Kundera, ne era la «radicale negazione». L’Europa centrale, concludeva Kundera, si collocava a est riguardo al suo sistema politico, ma incarnava l’occidente sul piano della cultura.
Nel 1967, nel clima in cui maturò la drammatica rivolta cecoslovacca, fu convocato a Praga il Congresso degli scrittori. In quell’occasione Milan Kundera intervenne con una relazione che aveva per titolo La letteratura e le piccole nazioni. Il suo intervento, insieme al saggio, Un occidente prigioniero, apparso in Francia nel 1983, è stato tradotto e pubblicato adesso da Adelphi. In occasione del conferimento del premio Gerusalemme, nel 1985, Kundera pronunciò un discorso dal titolo Il roman



